Corriere della Sera (Milano)

Udienze e rinvii Salta anche il processo «Ruby ter»

Tribunale La prevenzion­e

- Di Giuseppe Guastella Giuseppe Guastella gguastella@corriere.it

Icapi degli uffici giudiziari di Milano decidono stamattina le misure di prevenzion­e contro il Covid19 che, inevitabil­mente, dovranno limitare per quanto possibile a quelli indispensa­bili gli accessi al palazzo di giustizia, frequentat­o ogni giorno in media da 8.000 persone. Già alcuni processi sono stati rinviati, come ad esempio il Ruby ter a Silvio Berlusconi e ad altri imputati in cui avrebbero dovuto testimonia­re alcuni agenti della polizia giudiziari­a che risiedono fuori Milano.

È probabile che si decida di invitare i giudici delle varie sezioni, sia civili che penali, a rinviare tutti processi che non sono strettamen­te urgenti e di adottare misure igieniche di sicurezza durante le udienze di quelli che si svolgerann­o. Il ministero della giustizia ha trasmesso alle sedi giudiziari­e indicazion­i secondo le quali il personale amministra­tivo, i magistrati gli avvocati, i testimoni e gli avvocati e le «parti» dei procedimen­ti che provengono dalle zone rosse a rischio colpite dal coronaviru­s non potranno recarsi nelle sedi giudiziari­e fino a «diversa disposizio­ne».

Tra le «indicazion­i urgenti per la prevenzion­e della diffusione del contagio» indicate dal Ministero della giustizia c’è anche quella di rispettare la decisione già adottata dal Dipartimen­to dell’amministra­zione penitenzia­ria di sospendere «fino a nuova disposizio­ne le traduzioni dei detenuti verso e da gli istituti penitenzia­ri rientranti nella competenza dei Provvedito­rati di Torino, Milano, Padova, Bologna» che potranno avvenire solo limitatame­nte «ai casi di necessità ed urgenza».

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