Corriere della Sera (Milano)

Ristoranti, hotel, taxi, negozi: crollo di affari

Scatta il coprifuoco di bar e locali dopo le 18. A rischio il Salone

- S. Chia.

Il rovescio della medaglia dell’assalto ai supermerca­ti sono i tavoli vuoti dei ristoranti nel centro di Milano. Se la paura del contagio non spaventa i milanesi da code e grandi assembrame­nti di persone per «fare scorta», li allontana da locali, ristoranti e negozi. Una situazione che l’ordinanza regionale di ieri sera — l’istituzion­e di una sorta di coprifuoco con la chiusura dopo le 18 di tutti i luoghi commercial­i di intratteni­mento e svago (discoteche, pub e bar, oltre a cinema e a teatri) — non farà che accentuare.

«Registriam­o un 15-20 per cento in meno di fatturato», dice Alfredo Zini, presidente di imprese storiche Confcommer­cio, che riunisce bar, ristoranti e alberghi della città. «Nei ristoranti, il calo di clienti è stato vertiginos­o: ci sono locali che hanno registrato un calo del 100 per cento addirittur­a». Nel settore alberghier­o hanno pesato le numerose disdette «già prima della Settimana della Moda». Ora con lo slittament­o di Mido e della Fiera del Verde «la situazione non potrà che peggiorare». Sulla chiusura di pub e bar dopo le 18, se la certezza è che «si ripercuote­rà su tutta la vita sociale dei cittadini», la speranza è una: «Gli imprendito­ri non potranno essere lasciati da soli — conclude Zini —. Chiederemo un’attenzione particolar­e per chi gestisce questi locali».

Sul possibile slittament­o del Salone del Mobile a settembre, il presidente di Federlegno Arredo Emanuele Orsini chiede al governo che «stante la precedenza sanitaria, pensi a misure economiche, fiscali e contributi­ve che permettano al tessuto produttivo di gestire un’emergenza in cui la forza lavoro è a casa per lo smart working, gli ordini sono rallentati e le piccole aziende sono a rischio chiusura». Mentre la chiusura dei negozi a Milano, per ora, non è prevista dall’ordinanza regionale, il calo di fatturato che in questi giorni ha colpito gli esercizi commercial­i cittadini è stato del 20 per cento: «È una media: in alcune vie è stato di molto superiore», premette Gabriel Meghnagi, presidente di Ascobaires e della rete delle associazio­ni di vie della Confcommer­cio Milano. «Ieri il calo è stato addirittur­a del 25-35 per cento».

Dati che, se contestual­izzati nella Settimana della Moda dove normalment­e si registra il tutto esaurito, danno un’idea della psicosi cittadina. «Oggi corso Vittorio Emanuele e corso Venezia erano deserti». Se il numero di contagi salisse e la Regione decidesse di chiudere preventiva­mente i negozi, «per i piccoli commercian­ti si rischiereb­bero le saracinesc­he definitiva­mente abbassate», commenta ancora Meghnagi.

La mancanza di gente per le strade della città si ripercuote sulla mobilità: i tassisti hanno ricevuto in questi giorni un 20 per cento di chiamate in meno rispetto a una settimana fa, dice Claudio Severgnini presidente di Taxi Tam (tassisti artigiani milanesi). «Durante la settimana della Moda di solito è la gente ad attendere i taxi. Stavolta la situazione si era ribaltata con i tassisti ad aspettare in stazioni e aeroporti l’arrivo di un cliente».

Verso il Design

Si valuta se far slittare la settimana del mobile a settembre: «Ora aiuti per le imprese»

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● Alfredo Zini (Confcommer­cio,
parla di «vertiginos­o calo di clienti nei ristoranti»
● L’allarme per gli hotel: «Disdette negli alberghi nonostante la Moda»
Foto) nella L’allarme ● Alfredo Zini (Confcommer­cio, parla di «vertiginos­o calo di clienti nei ristoranti» ● L’allarme per gli hotel: «Disdette negli alberghi nonostante la Moda»

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