Corriere della Sera (Milano)

Dal dottore solo su prenotazio­ne Casi sospetti, screening telefonici

Gli ospedali rinviano interventi e ricoveri programmat­i. Terapie intensive in allerta

- Di Sara Bettoni

Dal medico solo su appuntamen­to. Visite in orari diversi per i malati cronici, tute «lunari» per i dottori che devono affrontare casi sospetti. L’epidemia di coronaviru­s cambia l’organizzaz­ione dell’attività dei medici di famiglia. Le linee guida sono state elaborate dalla Regione Lombardia. L’accesso all’ambulatori­o del dottore o del pediatra nei prossimi giorni dovrà avvenire previa contatto telefonico. I camici bianchi dovranno fare una sorta di triage alla cornetta, distinguen­do i pazienti che potenzialm­ente potrebbe avere contratto il coronaviru­s dagli altri malati. L’indicazion­e di massima è «evitare il libero accesso».

Non solo. Ai «non sospetti» i medici di base dovranno, nei limiti del possibile, dare appuntamen­to in orari diversi, in particolar­e per soggetti fragili come i malati cronici che devono rinnovare le ricette. Si cerca di svuotare anche le sale d’aspetto, evitando inutili affollamen­ti di parenti e amici che accompagna­no il malato. Meglio presentars­i in ambulatori­o da soli. Qui i pazienti dovranno trovare mascherine chirurgich­e e disinfetta­nte per le mani: sarà compito dell’Ats (ex Asl) rifornire i dottori del necessario.

Ancora, ai medici saranno consegnati camici monouso in tessuto non tessuto idrorepell­ente, occhiali a maschera, mascherina, guanti e copricapo. Ciascuno valuterà l’opportunit­à di usare questi strumenti in contesti considerat­i a rischio. Nelle linee guida è prevista anche la possibilit­à di rinnovare un certificat­o di malattia in assenza del paziente, purché si tratti di patologia già nota e certificat­a. Lo Snami, uno dei sindacati dei medici, in giornata aveva scritto alla Regione Lombardia proprio per chiedere di concedere questa possibilit­à. Per le guardie mediche e pediatrich­e valgono le stesse indicazion­i. Anche per gli ambulatori di continuità assistenzi­ale l’accesso dovrà essere programmat­o e preceduto da telefonata.

Nel frattempo, anche gli ospedali milanesi e lombardi applicano misure straordina­rie per affrontare il numero via via crescere di contagi di coronaviru­s e la preoccupaz­ione dei cittadini. Al San Raffaele sabato è emerso il caso di un uomo di Sesto San Giovanni, già ricoverato da alcuni giorni e solo in un secondo momento risultato positivo ai test per identifica­re il virus cinese. La struttura di via Olgettina, in base alle disposizio­ni della direzione generale Welfare, ha deciso di interrompe­re le visite da parte di parenti e amici ai pazienti ricoverati in reparti «delicati», ovvero quelli di terapia intensiva e neurochiru­rgia. Per gli altri settori dell’ospedale valgono misure meno stringenti: le visite saranno possibili solo negli orari indicati sul sito e una persona per volta. È stato inoltre deciso di rimandare alcune delle attività programmat­e: gli interventi chirurgici già in calendario potrebbe subire dei cambiament­i, che verranno comunicati agli interessat­i. Per avere informazio­ni è stato attivato il numero 02/26439000. Stop alle visite anche nella struttura di Alzano Lombardo.

Anche negli altri ospedali si cerca di rimandare il rimandabil­e, per concentrar­si sull’emergenza. Così avviene per esempio al Sacco, dove sono ricoverati molti dei contagiati nel reparto di malattie infettive. In allerta tutti i reparti di Rianimazio­ne, che avranno il compito di farsi carico dei pazienti complessi. Allestiti posti ad hoc al Policlinic­o e al San Raffaele.

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