Dal dottore solo su prenotazione Casi sospetti, screening telefonici
Gli ospedali rinviano interventi e ricoveri programmati. Terapie intensive in allerta
Dal medico solo su appuntamento. Visite in orari diversi per i malati cronici, tute «lunari» per i dottori che devono affrontare casi sospetti. L’epidemia di coronavirus cambia l’organizzazione dell’attività dei medici di famiglia. Le linee guida sono state elaborate dalla Regione Lombardia. L’accesso all’ambulatorio del dottore o del pediatra nei prossimi giorni dovrà avvenire previa contatto telefonico. I camici bianchi dovranno fare una sorta di triage alla cornetta, distinguendo i pazienti che potenzialmente potrebbe avere contratto il coronavirus dagli altri malati. L’indicazione di massima è «evitare il libero accesso».
Non solo. Ai «non sospetti» i medici di base dovranno, nei limiti del possibile, dare appuntamento in orari diversi, in particolare per soggetti fragili come i malati cronici che devono rinnovare le ricette. Si cerca di svuotare anche le sale d’aspetto, evitando inutili affollamenti di parenti e amici che accompagnano il malato. Meglio presentarsi in ambulatorio da soli. Qui i pazienti dovranno trovare mascherine chirurgiche e disinfettante per le mani: sarà compito dell’Ats (ex Asl) rifornire i dottori del necessario.
Ancora, ai medici saranno consegnati camici monouso in tessuto non tessuto idrorepellente, occhiali a maschera, mascherina, guanti e copricapo. Ciascuno valuterà l’opportunità di usare questi strumenti in contesti considerati a rischio. Nelle linee guida è prevista anche la possibilità di rinnovare un certificato di malattia in assenza del paziente, purché si tratti di patologia già nota e certificata. Lo Snami, uno dei sindacati dei medici, in giornata aveva scritto alla Regione Lombardia proprio per chiedere di concedere questa possibilità. Per le guardie mediche e pediatriche valgono le stesse indicazioni. Anche per gli ambulatori di continuità assistenziale l’accesso dovrà essere programmato e preceduto da telefonata.
Nel frattempo, anche gli ospedali milanesi e lombardi applicano misure straordinarie per affrontare il numero via via crescere di contagi di coronavirus e la preoccupazione dei cittadini. Al San Raffaele sabato è emerso il caso di un uomo di Sesto San Giovanni, già ricoverato da alcuni giorni e solo in un secondo momento risultato positivo ai test per identificare il virus cinese. La struttura di via Olgettina, in base alle disposizioni della direzione generale Welfare, ha deciso di interrompere le visite da parte di parenti e amici ai pazienti ricoverati in reparti «delicati», ovvero quelli di terapia intensiva e neurochirurgia. Per gli altri settori dell’ospedale valgono misure meno stringenti: le visite saranno possibili solo negli orari indicati sul sito e una persona per volta. È stato inoltre deciso di rimandare alcune delle attività programmate: gli interventi chirurgici già in calendario potrebbe subire dei cambiamenti, che verranno comunicati agli interessati. Per avere informazioni è stato attivato il numero 02/26439000. Stop alle visite anche nella struttura di Alzano Lombardo.
Anche negli altri ospedali si cerca di rimandare il rimandabile, per concentrarsi sull’emergenza. Così avviene per esempio al Sacco, dove sono ricoverati molti dei contagiati nel reparto di malattie infettive. In allerta tutti i reparti di Rianimazione, che avranno il compito di farsi carico dei pazienti complessi. Allestiti posti ad hoc al Policlinico e al San Raffaele.