Bormio e Livigno, allarme turismo
Gli operatori: «Tanti stranieri stanno cancellando le prenotazioni». Migliora il 17enne contagiato
LECCO «Hanno chiuso le scuole e lui è tornato a casa insieme ad altri amici che vivono nello stesso convitto a Codogno. Ha preso il treno e poi il pullman da Tirano a Bormio. È arrivato venerdì intorno alle 17. Stava bene, ma poi sentendo cosa dicevano alla televisione in serata ha misurato la febbre e si è accorto di avere 38,3. A quel punto abbiamo chiamato il 112». I genitori di Jacopo, lo studente diciassettenne di Valdidentro, in Valtellina, risultato positivo al Coronavirus, affidano le loro parole all’avvocato Ezio Trabucchi. Specificano luoghi e orari: il tampone eseguito alle 11 di sabato presso il proprio domicilio, inviato all’ospedale Sacco di Milano per le analisi, e poi l’attesa fino alla mattinata di ieri. «Quando abbiamo saputo che nostro figlio era malato leggendo i giornali online — spiegano in una nota inoltrata dal legale —. Solo più tardi è arrivata la telefonata dell’Ats della Montagna che ci informava che era risultato positivo, invitandoci a tenerlo a casa e a monitorare la temperatura. Siamo rimasti in angoscia per ore e abbiamo appreso la notizia in un modo terribile. Ora vogliamo solo pensare alla salute del nostro ragazzo sperando in bene».
Nel pomeriggio di ieri Jacopo è stato trasferito nel reparto di malattie infettive dell’ospedale di Lecco. La febbre è scesa, sta meglio. Con lui il virus è arrivato in Valtellina. I genitori e la sorella sono stati sottoposti agli esami del sangue, che avrebbero scongiurato il contagio. Identificati e al momento monitorati in casa, in attesa dell’esito dei test, gli amici che erano con lui: una decina di giovani di Sondalo, Livigno, Bormio e Valfurva.
Frequentano tutti l’istituto agrario Tosi di Codogno. Sono tornati a casa insieme. Per il momento non hanno manifestato alcun sintomo. Per alcuni il tampone ha già dato riscontro negativo e hanno potuto tirare un sospiro di sollievo.
«Le autorità sanitarie sono al lavoro per mettere in atto tutte le misure previste dalla legge», spiega la prefettura di
Sondrio, che ieri mattina ha convocato una riunione urgente con le forze dell’ordine, i dirigenti delle strutture ospedaliere, l’ufficio scolastico, il presidente della Provincia e il sindaco di Valdidentro per decidere le azioni da intraprendere. Intanto la società che gestisce il trasporto pubblico tra Bormio e Tirano ha immediatamente sospeso dal servizio il pullman che il 17enne ha preso per tornare a casa disponendo un intervento di sanificazione. Si stanno ricostruendo tutti i contatti che ha avuto anche durante il viaggio in treno. Sospese le manifestazioni sportive, chiuse le scuole, come nel resto della Lombardia. «Il nostro pensiero ora è rivolto a Jacopo, nella speranza che guarisca al più presto. Quanto ai provvedimenti adottati sono in linea con quanto disposto dalla Regione, il nostro comune non è considerato zona rossa», spiega il sindaco di Valdidentro Massimiliano Trabucchi.
Intanto in Valtellina, affollata di turisti per la settimana di carnevale, iniziano a fioccare le prime disdette. «Mi ha appena telefonato un albergatore dicendomi che ne ha ricevute dieci nelle ultime due ore: tutti turisti stranieri. Temo che le ricadute economiche possano essere pesantissime», scuote la testa il sindaco di Livigno, Damiano Bormolini. «Le persone chiamano e chiedono come devono comportarsi. Hanno paura di venire nel timore di non poter più tornare indietro, domandano se saranno messi in quarantena. Ormai siamo alla follia», confermano dall’Apt di Bormio.