L’amore al tempo del virus «Io vivo a Casalpusterlengo, lui fuori dalla zona rossa Ci vediamo solo via Skype» La coppia: 10 chilometri di distanza, due mondi diversi
LODI Lei vive a Casalpusterlengo, uno dei paesi del focolaio di Covid-19, lui qualche chilometro più a nord. Sempre nel Lodigiano ma fuori dalla zona rossa in cui, da ieri, è vietato ogni ingresso o uscita. Per comunicare si sentono via Skype come se fossero l’uno in Italia e l’altro in Australia. Invece li dividono dieci chilometri e la cintura di sicurezza decisa dal consiglio dei ministri che chiude da ieri ogni contatto ai 47 mila abitanti del Basso Lodigiano con l’esterno. Ed è di ieri la notizia che anche a Lodi risulta un primo caso contagio. «È una fatica parlarsi ogni giorno in video e non potersi confortare con un abbraccio — racconta lei —, ma è una scelta che abbiamo fatto entrambi prima dell’ordinanza per senso di responsabilità. Parliamo, ci raccontiamo cosa succede e cosa si prova e aspettiamo: prima o poi passerà». Sara Gambarini è cronista del quotidiano locale. Abita a Casalpusterlengo e usa l’isolamento forzato per raccontare che cosa succede nell’area del focolaio. «Stamattina ho fatto un giro per i supermarket, che aprivano eccezionalmente — racconta —, ho visto scene surreali. I clienti fanno la coda, vengono fatti entrare a 40 per volta e consigliati di fare la spesa rapidamente perché altri aspettano. Sembra di essere in guerra».
A Codogno va anche peggio: «Siamo sempre stati la città più commerciale del Lodigiano — dice una cittadina —, domenica era un deserto. Tutto chiuso. Qualcuno esce per rompere la monotonia, ma al massimo porta a spasso il cane o si sgranchisce le gambe. Quasi nessuno si parla. Ci si saluta stando a distanza di sicurezza». Da ieri la cintura di sicurezza è attiva: 35 varchi presidiati 24 ore su 24, 400 uomini e 50 veicoli inviati a presidiare la zona rossa.
Nessuno deve entrare o uscire, prevenzione contro i fenomeni di sciacallaggio i principali compiti. I messaggi e le esortazioni dall’esterno arrivano via telefono o WhatsApp. Come monsignor Gabriele
Bernardelli, parroco di Castiglione d’Adda, che ieri ha mandato un messaggio di incoraggiamento sugli smartphone dei parrocchiani. Racconta un cittadino di Casalpusterlengo: «Nei market ci fanno entrare scaglionati, ma restano aperti solo poche ore. Gli scaffali si svuotano in un attimo: come verranno gestiti gli approvvigionamenti?».
La situazione dovrebbe migliorare oggi, con corridoi speciali per i camion che trasportano beni di prima necessità. Entrano nella «zona rossa», scaricano (muniti di mascherina) e se ne vanno. Il sindaco Elia Delmiglio (Casalpusterlengo) sta tutto il giorno in Comune: risponde al telefono, cerca di indirizzare i cittadini che gli chiedono come andare a Crema a fare la trasfusione o come non interrompere la dialisi. «Il problema della Bassa — aggiunge una donna — è che qui in qualche modo siamo tutti imparentati. Un virus ci mette poco a propagarsi».
A Codogno Si esce giusto per fare la spesa, ma gli scaffali dei market sono già tutti vuoti Nessuno si parla, al massimo ci salutiamo da lontano
La Bassa Il problema è che qui, in un modo o nell’altro, siamo tutti parenti In una situazione del genere basta un niente per propagare la malattia