Corriere della Sera (Milano)

Una ciclabile verde in viale Sarca «Così nasce il sogno della Mimo»

L’idea di una pista ecologica tra gli alberi per collegare il centro città con Monza

- Di Marta Ghezzi

Tre anni di pendolaris­mo Milano-Monza senza mai prendere la macchina. Avanti e indietro sull’asse viario da 30mila auto al giorno, in sella alla bicicletta. Paolo Pinzuti, amministra­tore delegato di Bikenomist, società di consulenza e formazione sui temi della mobilità sostenibil­e (che ha tra i clienti il Comune di Bologna e quello di Desio), proprio pedalando nel traffico ha riflettuto a lungo su una ciclabile di collegamen­to tra le due città lombarde.

L’idea non si è mai concretizz­ata ma è rimasta in stand by. Ma a settembre dello scorso anno plana nel suo ufficio uno stagista di Urbanistic­a, Federico Garrone. Pinzuti racconta che non sapeva che cosa dargli da fare e che, mentre i due parlavano, gli si era tornato alla mente il percorso monzese. Così chiede al laureando del Politecnic­o di immaginare una ciclabile. Le prime verifiche si scontrano con la normativa italiana, ma il materiale raccolto spinge Pinzuti a pensare più in grande. Nasce così la «green way» Mimo, strada alberata che da viale Sarca, attraverso Sesto San Giovanni, arriva a Monza.

Quindici chilometri di corridoio verde — è prevista la piantumazi­one di cinquemila alberi — a due corsie: una per bici e pedoni, l’altra riservata

Visioni al trasporto pubblico (mini navette al posto degli autobus). Un modello ispirato al parco lineare di Valencia e alle «green way» inglesi, nate dalla dismission­e delle linee ferroviari­e. «Sarebbe la prima green way europea dentro un abitato urbano», aggiunge Pinzuti, «e garantireb­be una risposta ai problemi di traffico e di inquinamen­to».

Decongesti­onare il traffico è una cosa, eliminarlo un’altra. I detrattori punteranno il dito su viale Sarca. Pinzuti risponde

Chilometri pronto, «è una strada sovradimen­sionata rispetto al traffico reale, utilizzata spesso solo per evitare semafori e autovelox di viale Fulvio Testi». Altra questione: i residenti. Come farebbero a raggiunger­e casa? «L’auto in città non è più sostenibil­e. Due veloci esempi: Oslo ha il centro chiuso al traffico, Ikea sta pensando di eliminare i parcheggi per incentivar­e una diversa mobilità. Le soluzioni si trovano. Una prima valutazion­e ci mostra che riducendo di diecimila unità il numero di auto che transitano quotidiana­mente lungo quell’asse, cambieremm­o la vita a 75mila persone». Migliore qualità dell’aria, riqualific­azione e perfino aumento del valore degli immobili di zona.

Costi? «Dieci milioni di euro, anche se si tratta di un preventivo spannometr­ico. Si solleva l’asfalto, si piantuma, si creano le nuove corsie. Per la strada ipotizziam­o l’uso di calcestruz­zo drenante, fra gli effetti del cambiament­o climatico ci sono le piogge torrenzial­i». Infine conclude: «Abbiamo studiato il codice della strada, verificato la fattibilit­à dei lavori: è solo una questione di volontà politica». A breve l’incontro con le amministra­zioni e la presentazi­one di Mimo alle città.

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 ??  ?? Sopra, il rendering della green way immaginata da Bikenomist in viale Sarca. A sinistra la strada com’è oggi e in alto a destra, l’amministra­tore delegato della società di consulenza, Paolo Pinzuti
Sopra, il rendering della green way immaginata da Bikenomist in viale Sarca. A sinistra la strada com’è oggi e in alto a destra, l’amministra­tore delegato della società di consulenza, Paolo Pinzuti
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