Ceva Logistics «Penalizzata dal rispetto della legalità»
Tribunale
In amministrazione giudiziaria del Tribunale, Ceva Logistics Italia srl ha «profuso enorme sforzo di collaborazione» sino a «diventare una sorta di azienda modello nella logistica», ma per paradosso proprio perciò ha sofferto « una perdita di competitività così elevata da creare seri problemi» in un mercato «fortemente condizionato da illegalità diffusa» nell’«utilizzo di coop create solo come leve di evasione di imposte»: è la paradossale fotografia che la sezione Misure di prevenzione del Tribunale scatta nel provvedimento con il quale i giudici RoiaTallarida-Pontani mettono fine alla bonifica giudiziaria avviata nel maggio 2019 dal pm Paolo Storari contro il caporalato e la «sopraffazione retributiva» dei lavoratori forniti nella sede di Stradella dal consorzio Premiun Net scpa.
Ceva è riuscita a mantenere gli stessi livelli occupazionali benché non abbia visto «un nuovo cliente in 9 mesi», e anzi abbia registrato «una sensibile contrazione delle commesse da parte dei grandi clienti» nonostante la presenza dell’autorità
Dopo la bonifica Non competitiva nel mercato dominato da evasione fiscale e caporalato
giudiziaria: che in teoria avrebbe dovuto «rappresentare un riferimento di maggiore affidabilità», e invece è stata percepita come «fattore di disincentivazione all’accordo contrattuale qualora i grandi committenti intendano operare in zone grigie» e «perpetuare pratiche di sfruttamento dei lavoratori o di evasione di contributi o imposte».
L’amministratore giudiziario Roberto Paese ha anche rinegoziato con Mondadori un vecchio contratto-capestro (che il Tribunale lamenta fosse stato stipulato non si sa se per «imperizia legale dei dipendenti, strategia aziendale o fatti di corruzione fra privati»), contratto che a Ceva «produceva una perdita di 1 milione di euro al mese», e il cui taglio secco avrebbe però inflitto a Mondadori «una immediata paralisi nei circuiti distribuitivi di tutti i prodotti editoriali». Il contratto, grazie alla «particolare disponibilità dell’ad Ernesto Mauri», è stato sciolto d’accordo e rifatto sino al 2021 con 190 mila euro in più al mese e l’intesa che i lavoratori alla fine saranno tutti utilizzati o da Ceva o da Ame.