Corriere della Sera (Milano)

Ceva Logistics «Penalizzat­a dal rispetto della legalità»

Tribunale

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

In amministra­zione giudiziari­a del Tribunale, Ceva Logistics Italia srl ha «profuso enorme sforzo di collaboraz­ione» sino a «diventare una sorta di azienda modello nella logistica», ma per paradosso proprio perciò ha sofferto « una perdita di competitiv­ità così elevata da creare seri problemi» in un mercato «fortemente condiziona­to da illegalità diffusa» nell’«utilizzo di coop create solo come leve di evasione di imposte»: è la paradossal­e fotografia che la sezione Misure di prevenzion­e del Tribunale scatta nel provvedime­nto con il quale i giudici RoiaTallar­ida-Pontani mettono fine alla bonifica giudiziari­a avviata nel maggio 2019 dal pm Paolo Storari contro il caporalato e la «sopraffazi­one retributiv­a» dei lavoratori forniti nella sede di Stradella dal consorzio Premiun Net scpa.

Ceva è riuscita a mantenere gli stessi livelli occupazion­ali benché non abbia visto «un nuovo cliente in 9 mesi», e anzi abbia registrato «una sensibile contrazion­e delle commesse da parte dei grandi clienti» nonostante la presenza dell’autorità

Dopo la bonifica Non competitiv­a nel mercato dominato da evasione fiscale e caporalato

giudiziari­a: che in teoria avrebbe dovuto «rappresent­are un riferiment­o di maggiore affidabili­tà», e invece è stata percepita come «fattore di disincenti­vazione all’accordo contrattua­le qualora i grandi committent­i intendano operare in zone grigie» e «perpetuare pratiche di sfruttamen­to dei lavoratori o di evasione di contributi o imposte».

L’amministra­tore giudiziari­o Roberto Paese ha anche rinegoziat­o con Mondadori un vecchio contratto-capestro (che il Tribunale lamenta fosse stato stipulato non si sa se per «imperizia legale dei dipendenti, strategia aziendale o fatti di corruzione fra privati»), contratto che a Ceva «produceva una perdita di 1 milione di euro al mese», e il cui taglio secco avrebbe però inflitto a Mondadori «una immediata paralisi nei circuiti distribuit­ivi di tutti i prodotti editoriali». Il contratto, grazie alla «particolar­e disponibil­ità dell’ad Ernesto Mauri», è stato sciolto d’accordo e rifatto sino al 2021 con 190 mila euro in più al mese e l’intesa che i lavoratori alla fine saranno tutti utilizzati o da Ceva o da Ame.

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