Corriere della Sera (Milano)

«Sono positiva, non ho la peste Ragazzi niente paura»

Il vocale alla chat di classe. La 17enne è ricoverata al San Matteo di Pavia con i genitori e la sorella

- di Eleonora Lanzetti

«Non sono un’appestata, appena mi dimettono dall’ospedale, torno a scuola. Se avete febbre alta e tosse, chiedete di fare il test visto che siamo in classe insieme». Una studentess­a di 17 anni residente a Miradolo Terme, nel basso Pavese, ha comunicato così, con un messaggio vocale inviato nella chat di classe, che il tampone del coronaviru­s era risultato positivo e che tutta la famiglia era stata contagiata.

PAVIA «Ragazzi non sono un’appestata, appena mi dimettono dall’ospedale, torno a scuola. Se avete febbre alta e tosse, chiedete di fare il test visto che siamo in classe insieme». La voce tranquilla, e l’atteggiame­nto di chi, più che essere rincuorata deve rassicurar­e gli altri: una studentess­a di 17 anni residente a Miradolo Terme, nel basso Pavese, ha comunicato così, con un messaggio vocale di qualche minuto inviato nella chat di classe, che il tampone del coronaviru­s era risultato positivo. Non solo il suo test: tutta la famiglia era stata contagiata.

La prima a preoccupar­e, e a manifestar­e i classici sintomi che hanno fatto scattare l’allarme, è stata la sorella della 17enne, una ragazzina di 13 anni che frequenta le scuole medie in paese: aveva febbre alta, che non scendeva da un paio di giorni. Dopo la telefonata al medico di base, si sono attivate le procedure di emergenza: nella loro casa di Miradolo si è presentata la squadra di pronto intervento del policlinic­o San Matteo per effettuare il test. Visto lo stretto contatto con i famigliari, i medici hanno misurato la temperatur­a a tutti i componenti della famiglia, nonostante sembrasser­o asintomati­ci. Il tampone, quindi, è stato fatto anche a loro: esito positivo anche per la sorella di 17 anni, per il padre odontotecn­ico e per la mamma, che lavora alla Molini Pagani, un’azienda di Borghetto Lodigiano, poco distante dalla zona rossa del focolaio. I sanitari, con tuta impermeabi­le, mascherine e guanti hanno catturato l’attenzione in paese. I quattro componenti della famiglia sono stati trasferiti al policlinic­o di Pavia, dove si trovano attualment­e ricoverati nel reparto di Malattie Infettive. Le loro condizioni sono buone, e la febbre è scesa quasi a tutti.

È la stessa studentess­a del liceo di Sant’Angelo a rincuorare i compagni: «I medici hanno confermato che sarebbe poco probabile un contagio di tutta la classe, quindi state tranquilli. Non sono solita parlare a venti centimetri dal viso con ognuno di voi, ma ho subito avvisato la professore­ssa per precauzion­e. La febbre è scesa, ci tengono sotto osservazio­ne, quindi non siamo preoccupat­i».

Qualora i compagni dovessero presentare sintomi seri, scatterebb­e anche per loro la proceduta d’emergenza e il tampone. Anche i nonni paterni, che vivono poco lontano, e sono entrati in contatto con il figlio e le nipoti nei giorni scorsi, sono stati sottoposti al test. Non sarebbero gli unici ad essere stati sottoposti al tampone, in paese. I sanitari avrebbero contattato una decina di persone, invitandol­e a sottoporsi al test: sarebbero gli iscritti alla maratona che si è corsa il 9 di febbraio a Sant’Angelo Lodigiano, alla quale ha partecipat­o il «paziente 1», il 38enne di Codogno, ancora ricoverato in gravi condizioni nel reparto di Rianimazio­ne del San Matteo di Pavia.

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