Corriere della Sera (Milano)

Le vite sospese delle famiglie

Un’altalena tra ottimismo e pessimismo. «I giorni del dialogo»

- di Stefano Landi

Baby-sitter, amici e uscite con il «coprifuoco»: come si supera l’emergenza in famiglia.

Ci sono anche quelli che «io non ho paura», come solo in certi titoli di certi grandi libri. Ma soprattutt­o quelli della grande paura, che tradotta in psicosi, porta a murarsi in casa, in qualcosa che va oltre il concetto di quarantena preventiva. La vita di famiglia (con figli) ai tempi del coronaviru­s vive in un continuo sbalzo di umori e approcci strategici. In un perenne alternarsi di ottimismo e pessimismo. Marco e Viola hanno due figli, grandi. Motivo per cui tra le varie ed eventuali di questi giorni c’è soprattutt­o da spiegare e raccontare anche a loro un’emergenza che nella percezione resta comunque ben oltre l’impatto della realtà.

Tocca trovare le parole giuste, appoggiand­osi a tutta l’ironia che si può. I due non hanno fatto le scorte nei supermerca­ti e si sforzano di vivere pensando un giorno alla volta. Però ieri, quando sentendosi al telefono con una coppia di amici storici (figli a carico tre) hanno scoperto che loro avrebbero agganciato il ponte levatoio che si spalanca sulle vacanze di Carnevale per tirarne fuori una settimana bianca tonda tonda si sono chiesti se e quanto sia giusto restare in città. Ne hanno discusso, in parte anche litigato. Lei preferiva fare le valigie, lui ha dovuto fare la parte del padre di famiglia che rassicura tutti. Ma al primo starnuto in metropolit­ana cade in preda al panico, cambiando vagone. I due ieri hanno messo a fuoco il famoso lato positivo che quando lo cerchi salta sempre fuori. Non possono uscire a cena (molti ristoranti in zona hanno preferito associarsi al coprifuoco dei bar). Non riescono nemmeno ad andare allo stadio (lui) per la partita che aspettava da sempre, ma che si giocherà a porte chiuse e a fare shopping (lei). E così si sono resi conto che questa settimana poteva diventare un’occasione rara per staccare la spina. Tenuto conto che lui per lavorare non esce mai dopo le 9 e non torna mai prima delle 11 di sera. Eccolo l’assist per rallentare e riscoprire un po’ di vita di famiglia.

L’avevano detto alcuni parroci domenica scorsa, commentand­o l’ordinanza per cui anche le chiese sarebbero diventate off-limits causa embargo delle messe e delle cerimonie religiose: riscoprite la dimensione intima. Loro intendevan­o la preghiera. Ma in generale il tempo per il dialogo ora non manca. Il vero tema è capire quanto potrà durare questa situazione. Che tradotto nelle dinamiche familiari, significa soprattutt­o mettere da fuoco se da lunedì i bambini potranno tornare in classe o se il Comune deciderà di prolungare la chiusura delle scuole. Un tema non da poco, per chi non ha tate nè nonni in zona per gestire l’emergenza tra le mura di casa.

Questa è la settimana delle scoperte o delle riscoperte. Per esempio quella di Alice e Luca, coppia con voto fedele e consolidat­o a destra, che si sono resi conto che in montagna, dove sono rimasti prolungand­o con i figli il weekend scorso, in questi giorni non gli portano nemmeno il caffè al tavolo. E stavolta la colpa è proprio della loro carta d’identità, che fino all’altro ieri considerav­ano di serie A. Loro residenti a Milano (centro) che si trovano a frequentar­e un corso accelerato di discrimina­zione territoria­le.

Restano giornate con un grande fondo di equivoci, alimentato dalle chiacchier­e di fake news che viaggiano sui social. Giovanni e Maddalena aspettano il loro primo figlio. Nel dibattito sul da farsi hanno resisto due giorni. Domani partono e minacciano anche a loro stessi di non tornare presto: lei non ha nessuna intenzione di credere che questa sia solo poco più di un’influenza.

La «fuga» da Milano Giovanni e Maddalena aspettano un bambino: hanno decido di partire, non torneranno presto

Il dibattito I social e le chat tra genitori non fanno che alimentare dubbi Il vero tema è capire quanto durerà questa situazione

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(foto Marco Passaro) Isolata Una ragazza lavora sul suo pc ai tavolini di Starbucks: solitament­e il locale è strapieno
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Montenapo Una ragazza da sola in via Montenapol­eone
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(Ansa) Al mercato Alcune signore al mercato di Corvetto
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Deserto Uno scorcio di una piazza Cordusio deserta ieri

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