Codogno, ecco i soldati ai 35 varchi della zona rossa
L’«ora X» per l’uso dell’esercito nei pattugliamenti all’area isolata del Basso Lodigiano è arrivata. Ieri pomeriggio i primi blindati sono comparsi ai 35 varchi che conducono ai 10 Comuni isolati dopo la scoperta del focolaio. I soldati sono gli stessi — oltre 500 tra uomini e donne — già impiegati nell’operazione «Strade sicure» e che presidiano di norma consolati, aeroporti, monumenti e stazioni ferroviarie.
La misura era nell’aria fin dalle prime ore dell’emergenza. Ma l’impatto psicologico (e mediatico) della presenza dei blindati per le strade della «zona rossa» ha fatto preferire un impiego più graduale. L’«ora X» per l’uso dell’Esercito nei pattugliamenti all’area isolata del Basso Lodigiano è però arrivata.
Ieri pomeriggio i primi mezzi dell’Esercito sono comparsi ai 35 varchi che conducono ai dieci Comuni isolati dopo la scoperta del focolaio di covid-19. Si tratta di Codogno, Casalpusterlengo, Maleo, Fombio, Somaglia, Castiglione d’Adda, Bertonico, San Fiorano, Castelgerundo, Terranova dei Passerini. I soldati sono gli stessi — oltre 500 tra uomini e donne — già impiegati nell’operazione «Strade sicure». Personale che è abitualmente nelle disponibilità delle Prefetture per i pattugliamenti in strada, per la sorveglianza dei luoghi sensibili, per presidiare consolati, aeroporti, monumenti e stazioni ferroviarie. Al momento le pattuglie vengono utilizzate per verificare accessi e uscite dai Comuni isolati e non sono previsti impieghi più operativi in ambito sanitario o di assistenza agli abitanti. Compiti che restano affidati alla Protezione civile che ha creato «avamposti» in ciascuno dei paesi interessati.
Il coordinamento è stato affidato al comando di Vertice Interforze (Coi) di Centocelle (Roma) che già gestisce le missioni all’estero dei nostri soldati. Per questo è stata attivata una sala operativa dedicata all’emergenza coronavirus operativa 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Per il momento le pattuglie dislocate lungo i 35 varchi stradali individuati intorno alla «zona rossa» si limitano al controllo delle autorizzazioni di chi può avere accesso all’area e di chi, solo se in possesso del pass della prefettura, può uscire dalle zone isolate per ragioni comprovate e indispensabili. L’uso dei soldati ha permesso di liberare molte pattuglie delle forze dell’ordine e della polizia locale che potranno così tornare a controllare le strade. Nella zona è consentita la circolazione agli abitanti, a patto di non uscire dai «confini» definiti dall’ordinanza. Le merci però possono entrare (sempre con l’autorizzazione) e i negozi di alimentari sono riforniti. Anche se si tratta di una situazione emergenziale. Ma l’impegno delle forze armate non si ferma ai pattugliamenti. Ieri la Regione ha annunciato che si sta predisponendo una seconda struttura di accoglienza per la «quarantena» (che in realtà dura due settimane, il tempo di incubazione del covid-19) all’interno dell’area aeroportuale dell’Aeronautica a Linate. Un centro da 59 posti letto che si aggiunge ai 50 già realizzati all’ospedale militare di Baggio. Si tratta di strutture riservate a chi dovrà essere sottoposto alla quarantena sanitaria e non ha la possibilità di stare a casa (rischio di contagiare altri inquilini o familiari, struttura non idonea).
Per il momento all’ospedale di Baggio non ci sono «degenti» ospitati, perché ancora non ce n’è stata la necessità. All’interno è prevista anche la presenza di psicologi e di supporto logistico. La gestione sarà poi affidata alla Protezione civile.