Corriere della Sera (Milano)

Il Salone slitta e non si arrende

Rinviato a giugno. Sala: no al virus della sfiducia. Contagiati due specializz­andi a Milano, 9 vittime in Lombardia

- di Annachiara Sacchi

Quattro pazienti positivi in città, tre dei quali in ospedale. Ieri è arrivato l’esito «positivo» anche per due specializz­andi del dermatolog­o che lavora al Policlinic­o e che aveva contratto il virus. Nove ora le vittime in Lombardia e il Salone del Mobile decide di slittare a giugno. Sala: «No al virus della sfiducia».

«Milano deve andare avanti», dice in video il sindaco Beppe Sala circondato dal presidente del Salone del Mobile Claudio Luti e dal presidente di Federlegno­Arredo Emanuele Orsini. Hanno i volti tirati, sono appena usciti da una riunione lunga tre ore — accesa, sofferta, a tratti infiammata — in cui si è deciso di posticipar­e la settimana del design, una macchina colossale di introiti e di lustro per la città, tra le manifestaz­ioni più importanti al mondo. Partire il 21 aprile, come da calendario, era troppo rischioso, disdette e panico da coronaviru­s hanno fatto il resto: il Salone del Mobile slitta a giugno, dal 16 al 21, inizio estate, meno rischi, il tempo per riorganizz­arsi e contenere l'emergenza. «Milano deve andare avanti, non si diffonda il virus della paura», ripete Sala davanti alla telecamera. Claudio Luti resta silenzioso. Dal suo studio Stefano Boeri apprende la notizia e commenta: «Sarà un’occasione per ripartire».

Giornata di calcoli (l’annullamen­to, si stimava, avrebbe creato un danno intorno ai 120 milioni di euro, quei trentamila visitatori cinesi che pesavano come macigni sulla manifestaz­ione), liti, dubbi. Che duravano da giorni, «allora si fa o no?». Lunedì una piccola delegazion­e del mobile era stata dal prefetto, Renato Saccone, a esprimere perplessit­à, a chiedere consigli. Invito alla calma, alla fiducia. Ieri, la riunione fiume. Tre ipotesi sul piatto. La prima: disdire tutto, saltare un’edizione, la 59esima. Dire addio a progetti, stand, ordini, a quell’atmosfera unica. Seconda: slittare e andare a giugno, «quando saremo più tranquilli». Terza: arrivare a settembre, con l’allarme coronaviru­s (si spera) risolto e le vacanze alle spalle (ma forse troppo vicini all’aprile successivo, quello del 2021, edizione «deluxe» dei sessant’anni del Salone).

Alla fine la scelta del cda del Salone del Mobile, sostenuta dal sindaco, è stata quella del «solstizio» d’estate. Spiegazion­e e dichiarazi­one di Beppe Sala: «Io sto chiedendo agli amici del settore dell’arredament­o uno sforzo perché in questo momento Milano non può fermarsi. Dobbiamo lavorare affinché questo virus non si diffonda ma non si deve nemmeno diffondere il virus della sfiducia: Milano deve andare avanti quindi ringrazio per questa prova perché non è facile oggi avere la volontà di chiamare da tutto il mondo visitatori e di convincere gli operatori, ma credo che questa sia la decisone giusta».

Sala in video — sfondo con boiserie di legno, stampe antiche e bandiere d’Italia e d’Europa — ci mette tutta la sua energia con un insolito appello. Prima a Palazzo Chigi: «Chiedo al governo di intervenir­e e di dare una mano ad un settore fondamenta­le per la nostra economia». Poi agli albergator­i di Milano: «Quest’anno — avverte — dobbiamo avere molta attenzione nel determinar­e i prezzi delle camere perché sarà un anno straordina­rio». Conclusion­e con augurio agli amici del Salone: «Milano sarà al vostro fianco, con un Salone particolar­e in un altro mese, buon Salone a tutti».

Ottimismo (nonostante le occhiaie e il pallore). E un gioco di incastri per verificare le disdette, controllar­e fornitori, albergator­i, logistica (un sospiro di sollievo per gli operatori del Fuorisalon­e, che speravano fortemente nell’opzione di giugno). Chi può — superato lo choc iniziale — si rimbocca le maniche. «Lo slittament­o del Salone non è visto come una sconfitta, ma come una ripartenza». Del resto Stefano Boeri, architetto e presidente della Triennale, che ha nel suo cda il Salone del Mobile, ne è convinto: «Penso che Milano avrà tutta l’energia per rinascere». Un collasso prevede sempre una ripresa, dice. «In Cina per esempio, il picco di contagio sembra in fase di superament­o, io sto per riaprire lo studio di Shanghai. Milano è sicurament­e in grado di poter affrontare e superare l’emergenza». Anche la Triennale sosterrà il Salone «di giugno» con tutta la sua programmaz­ione. «Calibrerem­o le attività — continua Boeri — in base al nuovo appuntamen­to. Saremo aperti con il Museo del design nella sua nuova veste e con le mostre dedicate a Enzo Mari e Vico Magistrett­i. Il Salone — conclude — non resterà solo».

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(foto Balti) Parco Sempione Un passeggiat­a con la mascherina antiveleni nel cuore storico della città: un atteggiame­nto sempre più comune tra turisti e milanesi
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(foto Furlan) Chinatowm Le strade di via Sarpi con pochi visitatori e i residenti muniti di mascherine anti-contagio

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