L’EX SCUOLA RIFUGIO DI DISPERATI «UN ALTRO FUTURO È POSSIBILE»
Non vorrei sembrare pedante ma quando passo per il centro mi chiedo: perché autorizzare gli artisti di strada a cantare e suonare nelle aree di maggior pregio cittadine, addirittura nei pressi del Duomo? In molti vorremmo magari ammirare i capolavori artistici e gli scorci più suggestivi di Milano con un po’ di silenzio e tranquillità. Passi i mimi e le performance discrete, ma delle note a tutto volume (si potrebbe almeno intervenire sui decibel?) ne faremmo davvero a meno. Ci sono altre postazioni dove questi artisti potrebbero avere un gradimento maggiore, perché non fare una selezione e una distribuzione ad hoc dell’offerta artistica?
Caro Schiavi: nell’abbandonato quartiere Baggio, è nato da troppo tempo un hotel «no-cost» (nel senso che è gratis), situato nei ruderi dell’ex scuola elementare Enrico Fermi, in via Cabella 46. Da un buco nella recinzione in via Val Cannobina (a fianco dell’asilo comunale), entrano ed escono a piacimento una serie di strani individui, che vanno ad alloggiare nella palestra (passando da un varco con il vetro sfondato). Per gli ospiti è garantita l’assoluta mancanza di confort, accompagnata da: topi, pulci, scarafaggi e rifiuti sparsi nel cortile e ovviamente negli interni diroccati.
Non è superfluo aggiungere che a Milano per le persone in difficoltà esistono molte soluzioni di alloggio decorose, e altrettanto gratuite dai dormitori alle associazioni varie. Le Istituzioni sono sparite dal territorio, e quindi nessuno controlla chi siano questi individui; che cosa facciano all’interno della scuola; e di quali espedienti campino nella città e nel quartiere.
Domenica 23 febbraio, a mezzogiorno in punto, uno di questi utenti scavalcava la recinzione (da via Val Cannobina), per entrare nel cortile dirigendosi poi verso la palestra. Si trattava di una persona di mezza età (ma molti sono giovani, anche con cani, e stranieri), con ombrello e zaino in spalla.
Molti cittadini della zona si domandano quando la recinzione verrà riparata, e saranno anche chiuse le varie falle che consentono l’accesso ai locali interni.
Si attendono urgenti risposte dal Municipio 7 e dal «Sindaco delle periferie».
Aggiungo che l’abbattimento dei ruderi — e un riutilizzo integrale dell’area come parco pubblico attrezzato riacquisendone la proprietà — appaiono non più differibili anche per evidenti motivi di sicurezza.
Caro Vigo, comprendo la preoccupazione sua e dei residenti nella zona, ogni volta che un edificio si trasforma in rudere e quindi in ricettacolo di topi diventa anche dormitorio per disperati. Si alimenta così il corto circuito dell’insicurezza. Quel che dovrebbe essere chiarito è chi deve fare cosa, la proprietà, l’amministrazione comunale o il Consiglio di zona? Servirebbe anche una mappa degli edifici abbandonati, per vedere in quali altre zone ci sono situazioni simili e perché nessuno interviene. L’ex scuola di via Fermi potrebbe avere un destino migliore e, perché no, diventare un utile parco urbano.