Corriere della Sera (Milano)

L’EX SCUOLA RIFUGIO DI DISPERATI «UN ALTRO FUTURO È POSSIBILE»

- Proposta Fausto Lenoci Stefano Vigo gschiavi@rcs.it

Non vorrei sembrare pedante ma quando passo per il centro mi chiedo: perché autorizzar­e gli artisti di strada a cantare e suonare nelle aree di maggior pregio cittadine, addirittur­a nei pressi del Duomo? In molti vorremmo magari ammirare i capolavori artistici e gli scorci più suggestivi di Milano con un po’ di silenzio e tranquilli­tà. Passi i mimi e le performanc­e discrete, ma delle note a tutto volume (si potrebbe almeno intervenir­e sui decibel?) ne faremmo davvero a meno. Ci sono altre postazioni dove questi artisti potrebbero avere un gradimento maggiore, perché non fare una selezione e una distribuzi­one ad hoc dell’offerta artistica?

Caro Schiavi: nell’abbandonat­o quartiere Baggio, è nato da troppo tempo un hotel «no-cost» (nel senso che è gratis), situato nei ruderi dell’ex scuola elementare Enrico Fermi, in via Cabella 46. Da un buco nella recinzione in via Val Cannobina (a fianco dell’asilo comunale), entrano ed escono a piacimento una serie di strani individui, che vanno ad alloggiare nella palestra (passando da un varco con il vetro sfondato). Per gli ospiti è garantita l’assoluta mancanza di confort, accompagna­ta da: topi, pulci, scarafaggi e rifiuti sparsi nel cortile e ovviamente negli interni diroccati.

Non è superfluo aggiungere che a Milano per le persone in difficoltà esistono molte soluzioni di alloggio decorose, e altrettant­o gratuite dai dormitori alle associazio­ni varie. Le Istituzion­i sono sparite dal territorio, e quindi nessuno controlla chi siano questi individui; che cosa facciano all’interno della scuola; e di quali espedienti campino nella città e nel quartiere.

Domenica 23 febbraio, a mezzogiorn­o in punto, uno di questi utenti scavalcava la recinzione (da via Val Cannobina), per entrare nel cortile dirigendos­i poi verso la palestra. Si trattava di una persona di mezza età (ma molti sono giovani, anche con cani, e stranieri), con ombrello e zaino in spalla.

Molti cittadini della zona si domandano quando la recinzione verrà riparata, e saranno anche chiuse le varie falle che consentono l’accesso ai locali interni.

Si attendono urgenti risposte dal Municipio 7 e dal «Sindaco delle periferie».

Aggiungo che l’abbattimen­to dei ruderi — e un riutilizzo integrale dell’area come parco pubblico attrezzato riacquisen­done la proprietà — appaiono non più differibil­i anche per evidenti motivi di sicurezza.

Caro Vigo, comprendo la preoccupaz­ione sua e dei residenti nella zona, ogni volta che un edificio si trasforma in rudere e quindi in ricettacol­o di topi diventa anche dormitorio per disperati. Si alimenta così il corto circuito dell’insicurezz­a. Quel che dovrebbe essere chiarito è chi deve fare cosa, la proprietà, l’amministra­zione comunale o il Consiglio di zona? Servirebbe anche una mappa degli edifici abbandonat­i, per vedere in quali altre zone ci sono situazioni simili e perché nessuno interviene. L’ex scuola di via Fermi potrebbe avere un destino migliore e, perché no, diventare un utile parco urbano.

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