PRONTI AI BLOCCHI DI RIPARTENZA
Milano, la Lombardia, sono già (simbolicamente) ripartite. C’è un filo, ancora poco visibile ma solido, che si sta intrecciando nelle relazioni tra le persone, molto simile a un antivirus. Il preside del liceo Volta che ha scritto ai suoi studenti una lettera vibrante: «Cari ragazzi, ispiratevi a Manzoni e Boccaccio, non fatevi trascinare nel delirio». La ragazza pavese (poi rivelatasi, per fortuna, un «falso positivo») che manda un audio, con voce ferma e dispensando consigli con la competenza di un’infettivologa, alla chat di classe.
«Niente paura — rassicura — non sono un’appestata, appena dimessa torno a scuola». Il Salone del Mobile che slitta a giugno e non getta la spugna. Sala che invita a considerare la riapertura dei musei. E, infine, la voglia di ribellarsi ai divieti, tenuta a bada da un senso di responsabilità diffuso e comunque prevalente. Superato lo choc della città dei primati pervasa dalla vertigine che tutto possa essere spazzato via in poche ore, si riordinano le idee e già ci si concentra, come tanti sprinter in fibrillazione su una pista di atletica, ai blocchi di ripartenza: pronti a scattare appena lo starter ci dirà che il coprifuoco è finito. Non serve essere studiosi di antropologia ambrosiana per prevedere che, ancora qualche giorno, e i milanesi torneranno ad affollare i metrò senza il terrore del fiato sul collo di un portatore sano o insano di Covid-19. A quel punto ci chiederemo, certo, se tutto questo era proprio necessario. E se, tra le due linee che si sono confrontate nei vertici tra le istituzioni, davvero non fosse percorribile quella dei divieti modulari. Ma è ormai un dibattito del senno di poi adatto, al massimo entro le 18 (anzi da ieri anche oltre), alle discussioni da bar. Quel che conta è la crescente voglia di normalità: serpeggia nelle vene della metropoli sospesa. E lo spiraglio che si spera di intravedere presto nel buio surreale della notte, quando la città si svuota del tutto, raccontato in queste pagine dal reportage di Andrea Galli. Tutti pronti ai blocchi di ripartenza.