Resta: alleanza civica tra ricerca e cinema
Il numero uno del Politecnico: le regole per limitare il virus rispettate in modo ferreo, ma lavoriamo per ripartire Da lunedì mi aspetto di rivedere metropolitane e locali pieni Resta: come per il ponte, usiamo il «modello Genova»
Tornare alla normalità. Riavviare tutto. «Da lunedì riprenderemo le nostre abitudini, dagli spostamenti in metropolitana al caffé al bar, senza paura». E ripartire. «Costruiremo il nuovo progetto per Milano, Padova, Bologna. Come per il ponte nuovo di Genova».
Ferruccio Resta, rettore del Politecnico. Si aspetta uno scatto dalla prossima settimana?
«Sì. Avremo metabolizzato lo choc dell’epidemia di coronavirus. Rivedremo i vagoni della metropolitana pieni, anche se con volumi inferiori, come i tavoli di bar e ristoranti. Passati i primi giorni, nel rispetto delle ordinanze, la ripresa deve iniziare perché queste settimane o mesi di difficoltà rimarranno sulle gambe di aziende, famiglie, piccoli commercianti, un tessuto economico che serve per mantenere occupazione e benessere. Gli italiani sanno rimboccarsi le maniche. Nelle università non ci siamo fermati. Qui al Politecnico la sfida era far partire il semestre per 40 mila studenti, ci abbiamo lavorato da sabato e adesso possiamo garantirlo». Qual è il primo obiettivo? «Trovare una situazione sostenibile nel tempo. Perché abbiamo due esigenze contrastanti. Da una parte dobbiamo seguire le indicazioni per contenere il contagio e ridurre gli spostamenti di grandi quantità di persone, e occorre farlo con obbedienza quasi militare. Dall’altra parte c’è il rischio di bloccare la vita sociale ed economica del Paese e questo avrebbe un impatto anche maggiore».
Quindi come si procede? «Devono riaprire in tempi brevi anche musei, biblioteche, cinema. La città non si deve fermare. Noi abbiamo dato il nostro contributo, nei laboratori si fa ricerca, sono aperte mense e aule studio. Stiamo definendo le modalità per lezioni ed esami a distanza o individuali ed è opportuno che i corsi riprendano il prima possibile anche nelle altre università, dalla Bocconi alla Statale. Anche su questa emergenza lavoriamo in rete con tutti gli atenei e le istituzioni milanesi».
Come? Qual è la rete? «Trasporti, cultura, sanità, uffici pubblici. C’è un confronto quotidiano. Condividiamo buone pratiche e soluzioni innovative. Dallo smart working alle lezioni a distanza, all’e-commerce, strumenti che utilizzeremo per superare questo momento e che poi resteranno fra le eredità. Stiamo lavorando tutti per tornare alla normalità». Compatibilmente con ordinanze e restrizioni. A partire dalle scuole chiuse.
«È un punto centrale. E difficilmente le scuole, come le università, ripartiranno la prossima settimana. Il sindaco Giuseppe Sala, per quanto di sua competenza, ha manteglie nuto aperto il servizio di trasporto pubblico. E sta ridando spazio ai servizi commerciali, bar e ristoranti rimangono vivi. Ed è importante che adesso siano aperti anche se ci sono pochi avventori, dobbiamo occupare quei tavoli e appena si potrà, mandare i figli a scuola, senza paura».
E il Salone del Mobile rinviato a giugno?
«È un segnale forte, Milano non si ferma. Questo non toche la ricaduta economica sia un dato di fatto, dal piccolo esercizio commerciale agli alberghi, sul bilancio di Atm, sulla Fiera. È importante però che sia limitata al tempo dell’ordinanza. Poi deve iniziare la ripresa. In tempi brevi. Per costruire il nuovo progetto di Milano, Padova, Bologna, come per il ponte nuovo di Genova».
Intanto il Politecnico è pronto ad avviare il semestre?
«I laboratori come gli uffici sono rimasti aperti. Sono in funzione gli sportelli per gli studenti, le mense, gli impianti sportivi. Il personale tecnico lavora per partire con le lezioni a distanza. Abbiamo confermato anche le sessioni di laurea, si svolgeranno settimana prossima in modalità telematica per milleduecento studenti. Mentre abbiamo rinviato il momento della proclamazione, con la consegna della pergamena e il saluto del rettore a laureandi e famiglie».