Il censimento per i non residenti Venti ferrovieri bloccati a Somaglia
Trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato: i Comuni dell’area di contagio contano i forestieri «Anche loro sono costretti a rimanere qui»
LODI Il ragazzo che stava dalla fidanzata ed è rimasto intrappolato nella zona rossa del coronavirus, chi era a Casalpusterlengo per il weekend per stare vicino alla mamma anziana ammalata, e anche chi si trovava nel basso Lodigiano per lavoro, come venti ferrovieri napoletani inviati nel 2019 a Somaglia e ora prigionieri del Covid-19. Questi gli «esiliati» della zona rossa. Poi ci sono anche i tentativi di fuga di chi non ne può più o chi vuole fare una bravata: ne hanno presi cinque.
Basso Lodigiano, oltre ai 47 mila residenti in dieci paesi sorvegliati da 35 check point, ci sono anche i forestieri, quelli capitati nel posto sbagliato al momento sbagliato. E che non possono più uscire. Il sindaco di Casalpusterlengo sta cercando di censire i non residenti. «Abbiamo già ricevuto una ventina di segnalazioni, altre forse ne arriveranno in questi giorni — spiega il primo cittadino Elia Delmiglio —. Non si tratta di un censimento scientifico, ma piuttosto di un’informativa per avere più chiara la situazione effettiva sul territorio comunale che è stato cinturato per l’emergenza». Altrettanti casi sono arrivati al Comune di Codogno, che ha avrativi viato un’analoga ricognizione, pur senza un avviso formale. «Riceviamo queste indicazioni al centro operativo mobile allestito al quartiere fieristico di Codogno, punto di riferimento comunale durante la quarantena — dice il primo cittadino Francesco Passerini —. Oltre ad avere conoscenza di quante persone ci sono che non compaiono all’anagrafe comunale, c’è anche da gestire la questione relativa all’impossibilità di uscire dalla zona rossa. Per esempio, queste persone non compaiono tra quelle residenti, e dunque per loro non scattano automaticamente i provvedimenti come l’astensione dal lavoro per malattia». Il prefetto di Lodi Marcello Cardona ribadisce: «Nessuno può uscire dalla zona rossa, per nessun motivo». A Bertonico ci sono almeno altri due casi, entrambi parenti che arrivavano da un comune esterno, come ad esempio Ospedaletto Lodigiano. A
San Fiorano invece sono fermi due nuclei famigliari. Uno da Pizzighettone (Cremona), l’altro da Milano. Il caso più clamoroso a Somaglia: venti addetti alle manutenzioni delle Ferrovie, tutti napoletani. Dopo l’incidente del Frecciarossa dovevano rientrare: «Li vedo tutti i giorni e mi chiedono se sia possibile sbloccare la situazione, ma purtroppo non lo è», racconta il sindaco Angelo Caperdoni.
Il problema è ottenere almeno un’autorizzazione per dimostrare al datore di lavoro l’impossibilità di rientrare. L’ennesima grana, fra le tante, affidata ai Com, i centri opecomunali, che si occupano di risolvere tutte le problematiche connesse al coronavirus. Poi c’è pure chi tenta di evadere dal «cordone sanitario» alzato dalle forze dell’ordine: a oggi i ripescati, tra chi cercava di svignarsela attraverso i campi e chi andava a trovare la ragazza a Piacenza, sono cinque. Uno addirittura rintracciato a Firenze. Sono stati tutti rispediti all’interno della zona rossa e denunciati per violazione dei provvedimenti dell’autorità per motivi di sicurezza pubblica.