«Con il Duomo si tocca la storia Era importante dare un segnale»
Pressing del direttore Escobar per l’apertura delle sale «Abbiamo due virus: anche il panico è pericoloso» Bocciato lo streaming. «Avanti con le tournée estere»
«Mai chiuso nella storia di Milano, neppure durante la guerra. Il nostro Duomo». L’arciprete monsignor Gianantonio Borgonovo prepara la parziale riapertura della cattedrale. «Il Duomo — dice — è la rappresentazione della storia di Milano, ci si avvicina a un ambito evocativo, si tocca con mano una storia che può essere trasmessa. Per questo è importante riaprire al pubblico, seppure contingentato».
«Totale adesione con il sindaco per la riapertura immediata della città, è fondamentale e non solo per l‘economia. Ma per favore basta con il “fai da te” delle precauzioni, è necessaria un’informazione chiara da parte delle autorità sanitarie competenti». Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro Strehler, lancia il suo appassionato appello, le parole chiave sono razionalità e responsabilità: «Abbiamo due virus da gestire, quello biologico e una mancata lettura della realtà che genera il panico, il peggior nemico per fronteggiare il problema. Non ci si può affidare a virologi alla masterchef che passano dalla peste più nera a “non c’è problema”. È necessario avere indicazioni precise da parte del servizio sanitario nazionale, dalle Asl locali e dai presidi di igiene pubblica».
In attesa della decisione sulla chiusura dei teatri e cinema, al Piccolo Teatro intanto si tirano le somme. «In questa settimana con circa seimila biglietti già acquistati, abbiamo avuto un mancato incasso di 92 mila euro tra rimborsi agli artisti, al pubblico e iniziative annullate. Se si protrae la sospensione la situazione diventa insostenibile non solo per le compagnie. Porterebbe alla chiusura del nostro teatro e di tutti gli altri non per fallimento, ma per cause di forza maggiore».
E mentre a Roma si discute (ieri) sugli effetti economici registrati dal settore spettacolo, al Piccolo non si smette di lavorare. Dopo l’interruzione di «Scene da Faust» proseguono le prove di «Hamlet» per la regia di Antonio Latella («debutteremo il 17 marzo e non è un atto di disobbedienza civile»), mentre ci si prepara per la prossima stagione teatrale e per la tournée de «La tragedia del vendicatore» diretta da Declan Donnellan che doveva essere in scena fino a ieri: «Saremo in giro dal 4 marzo al 2 aprile, Londra, Madrid e infine Sceaux, nei pressi di Parigi. Domenica partono i tecnici, lunedì gli attori, io andrò con loro — continua il direttore Escobar — Nessun problema per attraversare i confini, piuttosto una grande solidarietà dai teatri europei, sanno bene che questa situazione fra poco riguarderà anche loro».
In attesa di nuove notizie rispetto all’ordinanza regionale e a chiare indicazioni da parte delle autorità sanitarie, Escobar dichiara i provvedimenti presi autonomamente dal teatro per fronteggiare il virus: «Abbiamo provveduto alla sanificazione di tutti gli spazi, inoltre all’ingresso gli spettatori troveranno distributori di amuchina. Tutti i lavoratori sono stati chiamati alla propria responsabilità oltre all’osservazione delle norme igieniche già normalmente in atto».
Sul fronte variazioni di programma invece un solo cambiamento: il video in ricordo di Luca Ronconi (il maestro scomparso il 21 febbraio 2015) previsto al chiostro di via Rovello, è in onda online. Una scelta che non riguarda le opere teatrali: «L’idea di mandare in streaming gli spettacoli non mi piace — continua Escobar — Se manca il pubblico il teatro non esiste».
Infine il direttore conclude con una riflessione su Milano e il suo capitale sociale, «questa settimana ci ha insegnato qual è il ruolo della cultura, qualcosa che va ben al di là del ritorno economico, in questi giorni anche chi non va a teatro si è sentito molto più solo».