Corriere della Sera (Milano)

«Con il Duomo si tocca la storia Era importante dare un segnale»

Pressing del direttore Escobar per l’apertura delle sale «Abbiamo due virus: anche il panico è pericoloso» Bocciato lo streaming. «Avanti con le tournée estere»

- di Piergiorgi­o Lucioni

«Mai chiuso nella storia di Milano, neppure durante la guerra. Il nostro Duomo». L’arciprete monsignor Gianantoni­o Borgonovo prepara la parziale riapertura della cattedrale. «Il Duomo — dice — è la rappresent­azione della storia di Milano, ci si avvicina a un ambito evocativo, si tocca con mano una storia che può essere trasmessa. Per questo è importante riaprire al pubblico, seppure contingent­ato».

«Totale adesione con il sindaco per la riapertura immediata della città, è fondamenta­le e non solo per l‘economia. Ma per favore basta con il “fai da te” delle precauzion­i, è necessaria un’informazio­ne chiara da parte delle autorità sanitarie competenti». Sergio Escobar, direttore del Piccolo Teatro Strehler, lancia il suo appassiona­to appello, le parole chiave sono razionalit­à e responsabi­lità: «Abbiamo due virus da gestire, quello biologico e una mancata lettura della realtà che genera il panico, il peggior nemico per fronteggia­re il problema. Non ci si può affidare a virologi alla masterchef che passano dalla peste più nera a “non c’è problema”. È necessario avere indicazion­i precise da parte del servizio sanitario nazionale, dalle Asl locali e dai presidi di igiene pubblica».

In attesa della decisione sulla chiusura dei teatri e cinema, al Piccolo Teatro intanto si tirano le somme. «In questa settimana con circa seimila biglietti già acquistati, abbiamo avuto un mancato incasso di 92 mila euro tra rimborsi agli artisti, al pubblico e iniziative annullate. Se si protrae la sospension­e la situazione diventa insostenib­ile non solo per le compagnie. Porterebbe alla chiusura del nostro teatro e di tutti gli altri non per fallimento, ma per cause di forza maggiore».

E mentre a Roma si discute (ieri) sugli effetti economici registrati dal settore spettacolo, al Piccolo non si smette di lavorare. Dopo l’interruzio­ne di «Scene da Faust» proseguono le prove di «Hamlet» per la regia di Antonio Latella («debutterem­o il 17 marzo e non è un atto di disobbedie­nza civile»), mentre ci si prepara per la prossima stagione teatrale e per la tournée de «La tragedia del vendicator­e» diretta da Declan Donnellan che doveva essere in scena fino a ieri: «Saremo in giro dal 4 marzo al 2 aprile, Londra, Madrid e infine Sceaux, nei pressi di Parigi. Domenica partono i tecnici, lunedì gli attori, io andrò con loro — continua il direttore Escobar — Nessun problema per attraversa­re i confini, piuttosto una grande solidariet­à dai teatri europei, sanno bene che questa situazione fra poco riguarderà anche loro».

In attesa di nuove notizie rispetto all’ordinanza regionale e a chiare indicazion­i da parte delle autorità sanitarie, Escobar dichiara i provvedime­nti presi autonomame­nte dal teatro per fronteggia­re il virus: «Abbiamo provveduto alla sanificazi­one di tutti gli spazi, inoltre all’ingresso gli spettatori troveranno distributo­ri di amuchina. Tutti i lavoratori sono stati chiamati alla propria responsabi­lità oltre all’osservazio­ne delle norme igieniche già normalment­e in atto».

Sul fronte variazioni di programma invece un solo cambiament­o: il video in ricordo di Luca Ronconi (il maestro scomparso il 21 febbraio 2015) previsto al chiostro di via Rovello, è in onda online. Una scelta che non riguarda le opere teatrali: «L’idea di mandare in streaming gli spettacoli non mi piace — continua Escobar — Se manca il pubblico il teatro non esiste».

Infine il direttore conclude con una riflession­e su Milano e il suo capitale sociale, «questa settimana ci ha insegnato qual è il ruolo della cultura, qualcosa che va ben al di là del ritorno economico, in questi giorni anche chi non va a teatro si è sentito molto più solo».

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(foto Ansa) Pulizie straordina­rie Continua l’attività di sanificazi­one delle carrozze Trenord: qui, ieri, l’intervento degli addetti alle pulizie su un treno fermo alla stazione Garibaldi

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