«Presto per riaprire le scuole»
La Regione al governo: ospedali sotto stress, 85 in terapia intensiva. Università, da lunedì lezioni online per tutti
La Lombardia ha chiesto al governo la proroga delle misure d’emergenza, come la chiusura delle scuole. «È necessario contenere i contagi — la spiegazione —, già 85 persone sono in terapia intensiva». Nei musei entrate contingentate, in università lezioni web. I vescovi chiedono di celebrare messe feriali.
«Mai chiuso nella storia di Milano, neppure durante la guerra. Il nostro Duomo — dice l’arciprete monsignor Gianantonio Borgonovo — non ha mai vissuto un periodo senza funzioni religiose. Avrei voluto che anche ora si tenesse viva la tradizione con il Capitolo in preghiera per la Chiesa milanese».
La Chiesa ambrosiana è sempre stata a fianco delle istituzioni. Anche questa volta senza obiezioni?
«Non sono in grado di dire se sarebbe stato possibile intervenire con altre modalità. Tocca agli esperti e alle autorità decidere come combattere la diffusione del virus e se tutelare in modi diversi lo stesso spirito della delibera che punta a evitare assembramenti. Certo le chiese meno centrali hanno picchi di concentrazione di fedeli minori. Comunque sembra una contraddizione, visto che si sta parlando di un ambiente dalla grande spiritualità, ma è possibile vivere ugualmente la celebrazione eucaristica in Duomo seguendo il vescovo attraverso una trasmissione televisiva. Altre esperienze sono positive in questo senso».
Da lunedì si riapriranno le porte ai turisti. Cosa portano in più, a parte il lato economico, a una cattedrale come quella milanese? «Abbiamo bisogno sia del lato liturgico sia di quello turistico-culturale. Il Duomo è la rappresentazione della storia di Milano, ci si avvicina a un ambito evocativo, si tocca con mano una storia che può essere trasmessa: il visitatore osserva, vive, si impregna di un ambiente e qualche volta scopre magari una spiritualità che gli fa dire: “ma guarda, non ci avevo pensato” . Per questo è importante riaprire al pubblico, seppure contingentato. Poche persone, che però possano trovare un ambito religioso attivo. Ad esempio riprenderanno le confessioni, seppure in modalità tale da rassicurare i fedeli: indosseremo mascherine, ascolteremo attraverso le grate laterali magari protette da un telo, si manterranno distanze di sicurezza adeguate».
Monsignore cos’è una cattedrale senza funzioni religiose?
«Un rudere destinato poco alla volta a crollare».
Ha in mente qualcosa di particolare da dire alla prima messa che verrà di nuovo celebrata?
«No, non conviene enfatizzare. Ricominceremo la nostra vita non con lo spirito di chi ha superato un pericolo ma sapendo che è possibile vivere anche le tensioni che ci sono date».
In queste occasioni non manca mai chi parla di punizioni divine. Qualcuno le ha posto questo tema? .... «No. Saprebbe già cosa e come gli risponderei...».
Cos’è la paura per una città e una società come quella milanese?
«Ci si accorge che i grandi castelli che ci siamo creati sono vuoti, fragili. Guardiamo alla Borsa che sta crollando... È l’impossibilità di vivere le cose di sempre».
E la dimensione religiosa come convive con la paura?
«La dimensione religiosa vince la paura, è la dimensione della nostra caducità che ci spinge a studiare le cose fino a prevenirle, che ci ricorda che non siamo padroni di fare ciò che vogliamo con la Creazione, che ci vuole venerazione per il Mondo, che è bellezza da rispettare e difendere».
Si possono trasformare le limitazioni, le rinunce, le paure, le solitudini di questi momenti in riflessioni quaresimali?
«È il momento giusto per le letture bibliche: i primi capitoli della Genesi, il libro di Giobbe e il Qoèlet, il Cantico dei Cantici per capire la dimensione del Creato, la limitatezza e la consolazione, la bontà, l’amore e l’essenza della vita. Se non vediamo questo amore non capiamo la Creazione stessa. La felicità non sta nella ricchezza che poi sparisce».
È un sabato grasso diverso. Cosa viene a mancare quest’anno?
«Carnevale è trasgressione ma la trasgressione ormai sembra appartenere alla quotidianità. Possiamo togliere ciò di cui si può fare a meno, fino all’essenziale. Il Carnevale deve preparare alla Quaresima e a una serie di privazioni che ci permettono di recuperare il senso delle cose che facciamo abitualmente».