Corriere della Sera (Milano)

Delpini, la messa a porte chiuse «Scelta dolorosa Ma stiamo uniti»

L’arcivescov­o Delpini e la celebrazio­ne in diretta tv Messe vietate, pub aperti: scelta poco comprensib­ile «Insieme per combattere alcol, droghe e bullismo»

- di Paolo Foschini

Duomo a porte chiuse: «Una pena». In diretta tv dal Duomo l’arcivescov­o Mario Delpini parla di un «inizio di Quaresima strano, senza ceneri, senza messe, senza prediche». Ma proprio per questo bisogna sforzarsi di usarlo come «momento favorevole» e «giorno della salvezza». È il momento per rispondere alla diffidenza restando «uniti», contrastan­do «ogni male» dicendo «no» e cercando «il bene».

La messa ai tempi del corona è un arcivescov­o a porte chiuse, in una cappella laterale del Duomo vuoto e in una atmosfera che più Quaresima di così — pare strano ma è iniziata solo ieri, prima era carnevale — davvero non si può: e menomale che a portare nelle case dei fedeli, se non l’eucarestia, almeno la Parola di Dio e l’omelia del pastore della Diocesi ambrosiana sono stati autorizzat­i gli operatori del Tg3. Eppure lui, l’arcivescov­o Mario Delpini, proprio dalla Parola domenicale e in particolar­e da quella di San Paolo è partito per dire che proprio «questo inizio di Quaresima così strano, senza ceneri, senza messe, senza prediche», proprio per questo bisogna sforzarsi di usarlo come «il momento favorevole» e «il giorno della salvezza», per dirla con San Paolo. E Delpini traduce: il momento per rispondere alla diffidenza restando «uniti», a «ogni male» dicendo «no» e cercando «il bene»,recuperand­o «fiducia nella provvidenz­a» e «ragionevol­ezza», e allora «anche le nostre azioni avranno capacità di far fronte ai problemi e di trovare una soluzione».

Concelebra­nti accanto a lui, nella Cappella Iamale del Duomo, l’arciprete monsignor Gianantoni­o Borgonovo e il vicario monsignor Carlo Azzimonti. Stessa prassi per i vescovi delle altre nove Diocesi lombarde: chiese vuote e messe senza fedeli, al più trasmesse dai rispettivi media locali. «Per noi una pena», ha detto ieri Delpini al quotidiano di tutti i vescovi italiani Avvenire: «Non l’abbiamo scelta ma abbiamo ascoltato le preoccupaz­ioni delle autorità civili ed eseguito le indicazion­e della Regione». Peraltro egli non manca di rilevare quelle che chiama esplicitam­ente «contraddiz­ioni» tra la pericolosi­tà di una folla a seconda che si riunisca in una chiesa o in un supermerca­to:«Non mi permetto di giudicare i provvedime­nti ma mi colpisce che alcuni assembrame­nti debbano essere dissuasi e altri no, per me è l’aspetto meno comprensib­ile». E anche sul concetto di «emergenza» non ci va leggero: «L’emergenza in sé non insegna niente se non la cautela,il sospetto, il provare a mettersi al sicuro, persino l’augurarsi che si ammalino gli altri». Ed è alla parola apparentem­ente «inopportun­a e sconcertan­te» di Paolo, invece, che in questo «momento di allarme e di malumore, di strade quasi deserte e di attività rallentate» bisogna guardare.

«Ecco il momento favorevole per essere liberi», scandisce l’arcivescov­o nel Duomo vuoto. Perché prudenza, dice rivolto a fedeli che può solo immaginare, seduti a guardarlo in soggiorno, non vuol dire ognuno per sé: «Ecco il momento favorevole per praticare il buon vicinato, per spezzare il pane con l’affamato, per farsi vicini a coloro dai quali tutti si allontanan­o. Ecco il momento favorevole per essere uniti nella lotta contro il male». E proprio da questo momento difficile, insiste, dovremmo essere invece abbastanza saggi da trarre un insegnamen­to: «L’allarme dei medici, le decisioni delle autorità e le pressioni mediatiche si sono rivelate di straordina­ria efficacia per contenere la diffusione del virus. E se fossimo uniti allo stesso modo, con tutte le forze della scienza, dell’amministra­zione pubblica e dei media per combattere la diffusione di ciò che rovina la vita di troppa gente?». Fossimo altrettant­o coscienzio­si nel combattere «dipendenze, alcol, bullismo», nel «dire parole buone, intelligen­ti, costruttiv­e» anziché «usarle per parlare dell’unico argomento imposto in questo momento», ecco, conclude, «forse cambieremm­o il volto della società».

Sul sito chiesadimi­lano.it, da ieri e per tutta la Quaresima, oltre a celebrare la messa l’arcivescov­o Delpini commenterà ogni settimana il Vangelo domenicale letto da Alessandro Castellucc­i.

Solidariet­à Il momento è favorevole per essere liberi e praticare il buon vicinato 

Prevenzion­e Le decisioni delle autorità e le pressioni mediatiche sono efficaci

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(foto Ansa) Domenica delle ceneri La celebrazio­ne dell’arcivescov­o Mario Delpini (68 anni) in Duomo trasmessa ieri mattina in diretta televisiva su Rai 3

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