Delpini, la messa a porte chiuse «Scelta dolorosa Ma stiamo uniti»
L’arcivescovo Delpini e la celebrazione in diretta tv Messe vietate, pub aperti: scelta poco comprensibile «Insieme per combattere alcol, droghe e bullismo»
Duomo a porte chiuse: «Una pena». In diretta tv dal Duomo l’arcivescovo Mario Delpini parla di un «inizio di Quaresima strano, senza ceneri, senza messe, senza prediche». Ma proprio per questo bisogna sforzarsi di usarlo come «momento favorevole» e «giorno della salvezza». È il momento per rispondere alla diffidenza restando «uniti», contrastando «ogni male» dicendo «no» e cercando «il bene».
La messa ai tempi del corona è un arcivescovo a porte chiuse, in una cappella laterale del Duomo vuoto e in una atmosfera che più Quaresima di così — pare strano ma è iniziata solo ieri, prima era carnevale — davvero non si può: e menomale che a portare nelle case dei fedeli, se non l’eucarestia, almeno la Parola di Dio e l’omelia del pastore della Diocesi ambrosiana sono stati autorizzati gli operatori del Tg3. Eppure lui, l’arcivescovo Mario Delpini, proprio dalla Parola domenicale e in particolare da quella di San Paolo è partito per dire che proprio «questo inizio di Quaresima così strano, senza ceneri, senza messe, senza prediche», proprio per questo bisogna sforzarsi di usarlo come «il momento favorevole» e «il giorno della salvezza», per dirla con San Paolo. E Delpini traduce: il momento per rispondere alla diffidenza restando «uniti», a «ogni male» dicendo «no» e cercando «il bene»,recuperando «fiducia nella provvidenza» e «ragionevolezza», e allora «anche le nostre azioni avranno capacità di far fronte ai problemi e di trovare una soluzione».
Concelebranti accanto a lui, nella Cappella Iamale del Duomo, l’arciprete monsignor Gianantonio Borgonovo e il vicario monsignor Carlo Azzimonti. Stessa prassi per i vescovi delle altre nove Diocesi lombarde: chiese vuote e messe senza fedeli, al più trasmesse dai rispettivi media locali. «Per noi una pena», ha detto ieri Delpini al quotidiano di tutti i vescovi italiani Avvenire: «Non l’abbiamo scelta ma abbiamo ascoltato le preoccupazioni delle autorità civili ed eseguito le indicazione della Regione». Peraltro egli non manca di rilevare quelle che chiama esplicitamente «contraddizioni» tra la pericolosità di una folla a seconda che si riunisca in una chiesa o in un supermercato:«Non mi permetto di giudicare i provvedimenti ma mi colpisce che alcuni assembramenti debbano essere dissuasi e altri no, per me è l’aspetto meno comprensibile». E anche sul concetto di «emergenza» non ci va leggero: «L’emergenza in sé non insegna niente se non la cautela,il sospetto, il provare a mettersi al sicuro, persino l’augurarsi che si ammalino gli altri». Ed è alla parola apparentemente «inopportuna e sconcertante» di Paolo, invece, che in questo «momento di allarme e di malumore, di strade quasi deserte e di attività rallentate» bisogna guardare.
«Ecco il momento favorevole per essere liberi», scandisce l’arcivescovo nel Duomo vuoto. Perché prudenza, dice rivolto a fedeli che può solo immaginare, seduti a guardarlo in soggiorno, non vuol dire ognuno per sé: «Ecco il momento favorevole per praticare il buon vicinato, per spezzare il pane con l’affamato, per farsi vicini a coloro dai quali tutti si allontanano. Ecco il momento favorevole per essere uniti nella lotta contro il male». E proprio da questo momento difficile, insiste, dovremmo essere invece abbastanza saggi da trarre un insegnamento: «L’allarme dei medici, le decisioni delle autorità e le pressioni mediatiche si sono rivelate di straordinaria efficacia per contenere la diffusione del virus. E se fossimo uniti allo stesso modo, con tutte le forze della scienza, dell’amministrazione pubblica e dei media per combattere la diffusione di ciò che rovina la vita di troppa gente?». Fossimo altrettanto coscienziosi nel combattere «dipendenze, alcol, bullismo», nel «dire parole buone, intelligenti, costruttive» anziché «usarle per parlare dell’unico argomento imposto in questo momento», ecco, conclude, «forse cambieremmo il volto della società».
Sul sito chiesadimilano.it, da ieri e per tutta la Quaresima, oltre a celebrare la messa l’arcivescovo Delpini commenterà ogni settimana il Vangelo domenicale letto da Alessandro Castellucci.
Solidarietà Il momento è favorevole per essere liberi e praticare il buon vicinato
Prevenzione Le decisioni delle autorità e le pressioni mediatiche sono efficaci