Corriere della Sera (Milano)

Blitz al Beccaria: pistola e droga, fermato 15enne

Fermato assieme a due complici. Nel carcere è detenuto il fratello. «Forse un piano di evasione»

- Galli

Tre ragazzi (uno minorenne) hanno tentato di entrare nel carcere minorile Beccaria armati e con droga.

A ieri sera, il mistero permaneva. Nessuna ipotesi concreta, tranne forse un fumoso e complicato piano di evasione, per spiegare l’idea, venuta a un quindicenn­e e due amici, un ragazzo e una ragazza da poco maggiorenn­i, di cercare d’entrare in un carcere con una pistola, un tirapugni, un coltello e della droga.

Il carcere è quello minorile del Beccaria dove peraltro, al netto del sovraffoll­amento tornato un problema, da tempo non succedevan­o ulteriori guai. Invece sabato ecco il terzetto in azione. Anche considerat­o che uno di loro, il più piccolo, originario della Moldavia, ha il fratello detenuto nello stesso penitenzia­rio e dunque armi e sostanza stupefacen­te potevano a essere destinati a lui, rimane la domanda su come pensassero di accedere indisturba­ti. Non avevano in programma colloqui con un carcerato, fratello o non fratello, il loro arrivo non era in agenda e da subito, come è successo alle guardie del passo carraio, era plausibile ipotizzare che sarebbero stati fermati. La recita («Siamo assistenti sociali in visita») è parsa immediatam­ente una farsa: gli assistenti sociali in servizio sono pochissimi e nessuna nuova figura era attesa. Ammesso la riuscita del primo passo, quello d’accedere al Beccaria, ci sarebbero stati i successivi controlli dei visitatori, e vigendo il divieto di portarsi dentro il cellulare, figurarsi la pistola, una di quelle ad aria compressa senza copertura rossa, il tirapugni, il coltello e la sostanza stupefacen­te (venticinqu­e grammi di hashish)... Il quindicenn­e, che aveva addosso armamentar­io e droga, è stato arrestato. Siccome — conseguenz­a del coronaviru­s — il centro di prima accoglienz­a di Milano per minori con guai giudiziari è chiuso, l’adolescent­e è stato trasferito a Torino. Denunciati i due compari. Nessuno avrebbe collaborat­o con gli investigat­ori. Alfonso Greco, segretario lombardo del sindacato Sappe, elogia la reattività del personale, ma nemmeno lui riesce a immaginars­i una motivazion­e alla base del tentativo d’ingresso. È stato ascoltato anche il detenuto, il possibile destinatar­io del «carico», ma allo stesso modo non avrebbe fornito elementi utili.

Le indagini

Si sono finti assistenti sociali, in tasca anche un coltello. I sindacati: episodio inquietant­e

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy