Scuola a distanza Prove di futuro
Scienze e matematica in conferenza online allo Zappa Al Feltrinelli si sperimenta il dialogo formato digitale tra docenti e studenti. «Ma non si può improvvisare»
Prove tecniche di scuola a distanza. La sperimentazione di lezioni online e i problemi connessi.
Gli studenti della quarta D all’istituto Zappa ieri erano a lezione. In videoconferenza il professore di matematica ha spiegato le derivate. E dopo di lui si è collegato l’insegnante di scienze. Prove di scuola a distanza. In alcuni istituti ieri si sono svolte (non senza intoppi), in altri i professori hanno soltanto assegnato letture e compiti. E tanti hanno aperto «classi virtuali» utilizzando il registro elettronico.
Nel secondo lunedì ad aule chiuse per coronavirus i presidi hanno invitato i docenti a fare scuola. «Come potevano». Con risultati molto diversi, fra istituti e anche fra insegnanti. «Per una lezione a distanza basta avere la connessione internet e collegarsi su skype o altre piattaforme. Ma occorre fare qualche prova con gli studenti», spiega Massimo Di Litta, che insegna informatica all’istituto tecnico Feltrinelli. La preside Maria Rita Donadei, che guida anche il Bertarelli, spiega come si sono organizzati: «Gli studenti hanno trovato materiali e lezioni sul registro elettronico già dalla scorsa settimana. Quello che non si improvvisa è aprire classi sul web con lezioni in orari fissi, in cui studenti e docenti possono dialogare. Soltanto alcuni professori hanno avviato queste sperimentazioni».
Anche al Lagrange il preside Federico Militante ha invitato professori e studenti a non fermarsi. «Nelle mie classi quasi tutti ieri si sono collegati all’aula virtuale e hanno trovato i materiali che ho caricato — dice Maria Antonietta Di Girolamo, insegnate di italiano e storia —. Utilizzeremo sempre più questi strumenti, possiamo condividere videolezioni, mappe concettuali, distribuire compiti».
Sono le prime lezioni da casa per tanti professori. Con i docenti più esperti chiamati come tutor. Succede all’istituto Cremona-Zappa, dove i professori da qualche giorno vanno a lezione di scuola in streaming. «Una docente esperta prepara gli altri insegnanti. E siamo stati tutti in collegamento anche nel fine settimana», racconta Luigi Tedesco, professore di matematica che ieri ha svolto la sua lezione in videoconferenza. «Ai ragazzi di quarta ho spiegato le derivate. Utilizzo slide ed esercizi e posso vedere come li svolgono», spiega. Ieri mattina aveva lezione anche in una seconda e racconta: «Non tutti si sono collegati, alcuni non sono riusciti a connettersi o ad attivare il microfono e all’inzio sono timidi, seguono ma senza accendere la “cam”. Almeno però abbiamo iniziato».
Velocità diverse. Stesso obiettivo: «Non lasciare soli gli studenti» dice Domenico Guglielmo, preside al liceo classico Berchet. E spiega: «Non avevamo progetti né sperimentazioni di lezioni in streaming ma la maggior parte dei docenti da ieri ha iniziato ad aprire aule virtuali sul registro elettronico per inserire compiti e lezioni. È un
Guglielmo (Berchet)
Non avevamo progetti specifici per lezioni da remoto ma i docenti si sono attivati con aule virtuali online
Donadei (Feltrinelli)
Sul registro elettronico da giorni ci sono già lezioni e materiali Ma in Rete il dialogo non si può improvvisare
L’esperienza del prof «Non tutti i ragazzi si sono collegati, alcuni spengono microfono e telecamera»
primo passo. Certo, altro è essere collegati tutti insieme alla stessa ora, vedere i compagni e sentire la voce del professore. Intanto siamo partiti così». Altre prove di scuola a distanza al classico Carducci. «Non eravamo preparati ed è difficile avviare sperimentazioni in emergenza con i docenti a casa — dice il preside Andrea di Mario —. Ma coglieremo l’opportunità. E non per imparare a trasmettere una lezione frontale ma per insegnare in modo diverso». Intanto il Carducci ha aperto sul sito della scuola una bacheca virtuale sul coronavirus: «Ci sono videomessaggi, articoli, canzoni, contributi di insegnanti, studenti, genitori. Volevamo trovare un modo che non fosse una fredda didattica da remoto. La scuola resta aperta anche così».