«Già pronto il nuovo calendario»: la Fiera al contrattacco
Mce passa a settembre, Cartoonix a ottobre. Negli alberghi trentamila posti di lavoro a rischio
«Chi è abituato alla borsa assimila questo momento così difficile ad una di quelle tempeste finanziarie che ogni tanto scuotono i mercati e d’improvviso fanno crollare i titoli. Qui però l’effetto del coronavirus non resta confinato a Piazza Affari, è sotto gli occhi della gente. A maggior ragione deve arrivare un messaggio positivo. Fiera Milano reagisce alla crisi con iniziative in controtendenza, nella speranza che alimentino aspettative di ripresa. Vogliamo celebrare un anno che per noi è speciale, quello del centenario». Così dice Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, all’avvio della seconda settimana di emergenza sanitaria. Aggiunge l’Ad di Fiera Milano Fabrizio Curci: «All’estero molti si sono limitati ad annullare gli eventi, noi abbiamo subito riorganizzato il calendario fissando già le nuove date», spiega. Il Salone del mobile — come annunciato dal sindaco Beppe Sala — è posticipato a giugno; a marzo era inizialmente prevista la Mce, importante fiera dell’impiantistica, rimandata a settembre; Cartoonix è stato ripensato ad ottobre insieme a Milano games week. «Riteniamo solida la nostra azienda, possiamo supportare il settore industriale — riprende Pazzali —. Leggo le previsioni e le stime dell’Ocse che evidenziano ripercussioni non lievi sulle economie di tutto il mondo. Non sottovalutiamo la portata del contraccolpo, ma sono certo che le nostre imprese resteranno unite. Spesso i momenti di crisi servono per imparare e per crescere, credo che usciremo da questa emergenza ancora più comro, petitivi di prima». In questa fase la comunicazione diventa cruciale, la positività può fare la differenza e Pazzali lo sa: «Molte delle misure adottate complicano la vita ad aziende, professionisti e cittadini. Ma questo sacrificio, compiuto oggi, ci consentirà di evitare maggiori rischi domani. E non è retorica», assicura il manager.
In una città come Milano che ha fatto degli eventi una delle leve cruciali per il turismo, le occasioni finora sono saltate una dopo l’altra e i primi a risentirne sono stati gli hotel, in particolare di lusso. «È un bagno di sangue», dicono gli operatori. Maurizio Naalla testa dell’associazione di categoria di Confcommercio, non si stanca di dire che se la situazione si protrae ancora qualche settimana è a rischio il posto di lavoro di 30 mila persone.
Metà del personale sta smaltendo le ferie, otto prenotazioni su dieci sono state annullate. Ci sono grandi nomi del settore alberghiero, blasonati e sulla cresta dell’onda, che su 150-200 camere ne hanno occupate meno di dieci. Nessuno, naturalmente, vuole divulgare dati ufficiali ma la frase «siamo in ginocchio» ricorre.
Strategia «All’estero molti si sono limitati a cancellare eventi, noi riprogrammiamo»