Corriere della Sera (Milano)

«Già pronto il nuovo calendario»: la Fiera al contrattac­co

Mce passa a settembre, Cartoonix a ottobre. Negli alberghi trentamila posti di lavoro a rischio

- Elisabetta Andreis

«Chi è abituato alla borsa assimila questo momento così difficile ad una di quelle tempeste finanziari­e che ogni tanto scuotono i mercati e d’improvviso fanno crollare i titoli. Qui però l’effetto del coronaviru­s non resta confinato a Piazza Affari, è sotto gli occhi della gente. A maggior ragione deve arrivare un messaggio positivo. Fiera Milano reagisce alla crisi con iniziative in controtend­enza, nella speranza che alimentino aspettativ­e di ripresa. Vogliamo celebrare un anno che per noi è speciale, quello del centenario». Così dice Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, all’avvio della seconda settimana di emergenza sanitaria. Aggiunge l’Ad di Fiera Milano Fabrizio Curci: «All’estero molti si sono limitati ad annullare gli eventi, noi abbiamo subito riorganizz­ato il calendario fissando già le nuove date», spiega. Il Salone del mobile — come annunciato dal sindaco Beppe Sala — è posticipat­o a giugno; a marzo era inizialmen­te prevista la Mce, importante fiera dell’impiantist­ica, rimandata a settembre; Cartoonix è stato ripensato ad ottobre insieme a Milano games week. «Riteniamo solida la nostra azienda, possiamo supportare il settore industrial­e — riprende Pazzali —. Leggo le previsioni e le stime dell’Ocse che evidenzian­o ripercussi­oni non lievi sulle economie di tutto il mondo. Non sottovalut­iamo la portata del contraccol­po, ma sono certo che le nostre imprese resteranno unite. Spesso i momenti di crisi servono per imparare e per crescere, credo che usciremo da questa emergenza ancora più comro, petitivi di prima». In questa fase la comunicazi­one diventa cruciale, la positività può fare la differenza e Pazzali lo sa: «Molte delle misure adottate complicano la vita ad aziende, profession­isti e cittadini. Ma questo sacrificio, compiuto oggi, ci consentirà di evitare maggiori rischi domani. E non è retorica», assicura il manager.

In una città come Milano che ha fatto degli eventi una delle leve cruciali per il turismo, le occasioni finora sono saltate una dopo l’altra e i primi a risentirne sono stati gli hotel, in particolar­e di lusso. «È un bagno di sangue», dicono gli operatori. Maurizio Naalla testa dell’associazio­ne di categoria di Confcommer­cio, non si stanca di dire che se la situazione si protrae ancora qualche settimana è a rischio il posto di lavoro di 30 mila persone.

Metà del personale sta smaltendo le ferie, otto prenotazio­ni su dieci sono state annullate. Ci sono grandi nomi del settore alberghier­o, blasonati e sulla cresta dell’onda, che su 150-200 camere ne hanno occupate meno di dieci. Nessuno, naturalmen­te, vuole divulgare dati ufficiali ma la frase «siamo in ginocchio» ricorre.

Strategia «All’estero molti si sono limitati a cancellare eventi, noi riprogramm­iamo»

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