Corriere della Sera (Milano)

«Teatri e sale concerto Chiudere è doveroso per pubblico e artisti»

Borletti Buitoni: un rischio gli spazi affollati

- Di Giuseppina Manin

«Stavolta non concordo con la mia amica Andrée Shammah. Difronte a un virus che non sappiamo come si comporterà bisogna agire con la massima cautela e responsabi­lità». Ilaria Borletti Buitoni, presidente della Società del Quartetto, non transige: «Teatri e sale da concerto devono restare chiusi finché l’emergenza non rientra». Fino a quando resterà chiuso quindi il Quartetto?

«Di sicuro fino all’8 marzo, la scadenza dell’ordinanza regionale. Saltano sei concerti, dovremmo riaprire con quello del 10 marzo con l’Orchestra sinfonica del Conservato­rio diretta da Pietro Mianiti. Che però slitterà al 12 per permettere i due giorni di prove regolament­ari».

Una scelta «senza se e senza ma»?

«Una scelta doverosa di tutela per tutti, per chi ci lavora, per il pubblico, per gli artisti. Quelli stranieri, previsti in questo periodo, hanno accolto con sollievo l’idea di non dover venire in un Paese considerat­o ormai a alto rischio». E gli abbonati? Come l’hanno presa?

«Hanno capito che queste misure di sicurezza si rivolgevan­o soprattutt­o a loro. Il nostro è un pubblico composto in gran parte da persone anziane, le più esposte. Metterle insieme in uno spazio affollato come la Sala Verdi sarebbe stato un rischio sensibile». Shammah sostiene che proprio in tempi difficili i teatri devono restare aperti. E andarci è una libera scelta

«Non per tutti, tecnici e personale sarebbero obbligati. E poi, capisco la passione culturale di Andrée ma non siamo davanti a un’emergenza di libertà e democrazia. Non siamo all’assedio di Leningrado, dove i teatri erano diventati luoghi di resistenza umana e culturale. Il nostro nemico oggi è un virus ignoto di cui non abbiamo anticorpi e quindi va affrontato con somma prudenza».

Il direttore del Piccolo Teatro Sergio Escobar paventa una chiusura che mette a rischio i teatri.

«Sono sempre d’accordo con Escobar e so bene quanto sia fragile in Italia l’economia dello spettacolo dal vivo. L’appello

del mondo del teatro e della musica va raccolto e sostenuto. Propongo di usare questa emergenza per sottolinea­re la crisi endemica di un settore chiave come il nostro, da sempre trascurato. Se due settimane di chiusura bastano a mettere in forse la vita stessa di una sala, vuol dire che la situazione è davvero precaria. I finanziame­nti in perenne ritardo, l’aver puntato sulla quantità degli eventi piuttosto che sulla qualità, sono il vero virus letale delle nostre istituzion­i culturali».

E che pensa della scelta di Livia Pomodoro, di mandare in streaming gli spettacoli del suo Teatro No’hma?

«Che non è più spettacolo dal vivo… Certo, se l’emergenza dovesse continuare, se ne potrà parlare. Ma un concerto senza pubblico, sarebbe proprio un’altra cosa».

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Società del Quartetto La presidente Ilaria Borletti Buitoni

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