PRONTO SOCCORSO, IN CORSIA LA PROVA DELL’EFFICIENZA
Caro Schiavi, spesso gli eventi imprevisti e minacciosi rivelano quello che vive nel silenzio o che è mitigato dalla quotidianità routinaria che trova compensi adattativi per «sopravvivere». A riguardo dell’epidemia di Covid19, vorrei fare tre brevi riflessioni. La prima: la paura ha quasi dimezzato gli accessi in Pronto soccorso dimostrando che almeno il 30% dei cittadini si reca lì senza motivo di «urgenza» e/o perché non vi sono alternative reali al suo bisogno di salute: lunghe attese per la visita medica specialistica oltre a una insufficiente presa in carico dei pazienti da parte della medicina territoriale. Secondo: in questa situazione, drammatica per molti Pronto soccorso, risulta evidente come la «tenuta del sistema» si regga, perlopiù, sulla capacità clinico-organizzativa dei Pronto soccorso di fare fronte a questa emergenza. Per chi ancora non l’avesse capito, a dispetto della volontà colpevole di chi ha smobilitato e snaturato molti Pronto soccorso italiani, la loro sopravvivenza è l’unica vera possibilità di uscire vincitori da questa crisi sanitaria. Di questo, ci aspettiamo una riflessione seria a stagione epidemica conclusa. Terzo e ultimo: la gogna mediatica ha colpevolizzato l’équipe di Pronto soccorso degli Ospedali di Codogno e Lodi. Il loro lavoro, la loro dedizione, la loro perseveranza, la loro competenza, la loro resilienza, sono, e non è retorica, un esempio straordinario per tutti i medici ed infermieri dei Pronto soccorso italiani.
Pierfrancesco Molinari
Caro Molinari, ci sarà da riflettere e molto a emergenza (speriamo presto) finita, su come questi presidi caotici, affollati, vissuti, eroici, esasperati da casi umani e tragedie siano fondamentali per una buona sanità. I Pronto soccorso non sono quelli patinati di Grey’s anatomy, ma sono oggi la prova di efficienza di un sistema. Per anni abbiamo scaricato sui Pronto soccorso le inefficienze dell’assistenza territoriale, errore che bisognerà correggere rivalutando anche i medici di famiglia. Anche la rete ospedaliera andrà ripensata alla luce dei nuovi bisogni, dopo l’impoverimento dovuto ai tagli di risorse e alla riduzione dei posti letto. Oggi il servizio pubblico è alla sua prova più dura e il coinvolgimento della sanità privata/convenzionata è d’obbligo. Meno male che la Regione si è mossa in questo senso. Oltre al Coronavirus ci sono le altre patologie, malati e cronici non sono in vacanza.
Ps: mi scuso per la ripetitività delle lettere, ma è difficile parlare d’altro in questa situazione, anche se vorremmo tutti farlo.