Tasca: «Pronti a concedere pagamenti dilazionati»
Le richieste al governo dell’assessore al Bilancio: dimezzi il nostro contributo al fondo di solidarietà «Non possiamo rinunciare agli incassi di Area C»
«Vogliamo aiutare in via prioritaria le attività che sono rimaste sul mercato senza lasciare a casa nessuno». L’assessore al Bilancio Roberto Tasca spiega le ricadute finanziarie sulla casse del Comune dell’emergenza coronavirus. «Nei prossimi giorni — spiega Tasca — chiederemo al governo una serie di misure per far fronte al crollo delle entrate. E noi studieremo misure selettive di aiuti alle imprese».
«Si può pensare a misure che dilazionino i pagamenti dei canoni d’affitto e dei tributi. Ma in maniera selettiva e mirata».
A beneficio di chi? «Vorremmo aiutare in via prioritaria le attività che sono rimaste sul mercato senza lasciare a casa nessuno».
L’assessore al Bilancio Roberto Tasca è reduce da un colloquio col sindaco. Lunedì Beppe Sala aveva annunciato in Consiglio comunale: «Milano ha sempre dato al Paese, è ora che riceva qualcosa in cambio».
In che forma, assessore Tasca?
«Abbiamo una serie di richieste. La prima è che sia il governo a coprire una parte, diciamo la metà, dei 100 milioni di euro che ogni anno Milano versa al fondo nazionale perequativo di solidarietà comunale. E poi di ristrutturare una parte del nostro debito in conto capitale per risparmiare soldi da destinare alla spesa corrente. Con queste e altre misure minori potremmo far fronte alle minori entrate. Ricordo che noi siamo legati al pareggio di bilancio. Faccio quindi appello al senso di responsabilità: evitiamo operazioni di basso opportunismo politico su questi temi».
Avete già un’idea del buco di bilancio effetto del coronavirus?
«Sono conti ancora impossibili, perché non sappiamo quanto durerà l’emergenza: però sappiamo quali saranno le voci in sofferenza, che avranno un segno meno rispetto all’anno scorso
Quali?
«L’imposta di soggiorno nel bilancio di previsione è a 55 milioni di euro. Il crollo del turismo farà sì che non si arrivi a quella quota. E poi Sea, coi probabili dividendi in meno, e la Cosap: con le manifestazioni e i saloni rinviati, la voce della tariffe temporanee è destinata a crollare».
E Atm?
«Discorso analogo. Noi incassiamo più di 400 milioni dai biglietti di tram e metrò, che ora sono mezzi vuoti».
In che misura sarà possibile dilazionare le imposte comunali?
«Il Comune non ha problemi finanziari ed è quindi immaginabile intervenire in modo mirato nel concedere alcuni rinvii di pagamento. Si può pensare per esempio alla dilazione dei canoni di locazione per quelle attività che non hanno lasciato a casa nessuno. Stando ben attenti a non alterare gli equilibri della concorrenza commerciale».
Assessore, non è che alla fine i milanesi si ritroveranno con le tariffe aumentate con la scusa del calo delle entrate?
«Andiamo verso un anno elettorale, lo escluderei. Questa mi sembra la garanzia migliore.
Sarà possibile che il Comune rimborsi le rette pagate dalla famiglie per Milano ristorazione nelle settimane senza scuola?
«Abbiamo la consapevolezza che è un tema da affrontare. Adesso vediamo di capire come intervenire».
Perché non sospendete Area C in questi giorni di emergenza con la gente che ha paura a salire sui mezzi pubblici?
«Non possiamo togliere entrate al bilancio nel momento in cui molte altre entrate stanno diminuendo. Perché lo ricordo per l’ennesima volta al centrodestra milanese: ridurre gli introiti equivale a tagliare i servizi sociali».