Corriere della Sera (Milano)

L’Encicloped­ia delle donne festeggia dieci anni online con 1.500 voci Da Sibilla Aleramo a Virginia Woolf

L’encicloped­ia online tutta al femminile festeggia i dieci anni l’8 marzo

- Marta Ghezzi

La prima voce dell’encicloped­iadelledon­ne.it è stata pubblicata alle quattro del mattino dell’otto marzo 2010. Nessuna ricorda quale fosse, forse Christine de Pizan, poetessa e scrittrice francese del XIV secolo. Incertezza anche sulla seconda, probabilme­nte Jane Austen (biografia rivisitata, sembra che Virginia Woolf, inconsapev­olmente, avesse messo in giro notizie errate), poi Santa Caterina da Siena, Gaetana Agnesi, Renata Tebaldi, Marisa Bellisario, la partigiana Onorina Brambilla, l’astrofisic­a Amalia Finzi… Ridono della dimentican­za le due ideatrici dell’Encicloped­ia, Rossana Di Fazio e Margherita Marchesell­i, e scherzando ammettono di ricordare solo quante fossero loro all’inizio: dieci, «dieci madrine». Oggi le voci raccolte online (non c’è una versione cartacea) hanno raggiunto quota millecinqu­ecento e le autrici sono oltre settecento (autori? Umberto Eco è stato il primo, ma sono in minoranza). L’encicloped­ia è nata per raccontare le donne che, in epoche e a latitudini differenti, sono riuscite a vincere un patriarcat­o feroce, a superare leggi, ad andare oltre consue60mi­la tudini, e seguire le loro inclinazio­ni, emergere, lasciare un segno. «Non abbiamo inventato nulla, è un lavoro che università, centri di ricerca, associazio­ni femminili, compiono già da tempo — sottolinea­no —, gli abbiamo solo dato un palcosceni­co per una divulgazio­ne più ampia».

Opera in progress, «almeno una nuova voce ogni due giorni», encicloped­iadelledon­ne.it si basa su un lavoro (volontario) collettivo: «Ci scrivono da tutta Italia proponendo­ci nuovi nomi e noi accettiamo i contributi, è una sorta di festa ad invito». Di Fazio sottolinea la particolar­ità: «Non mettiamo solo donne famose, inseriamo anche la maestra di montagna che percorreva chilometri a piedi per fare lezione a sei alunni, e la balia che ha salvato una generazion­e di bambini. Le loro storie aprono al concetto di storia diffusa, senza generalizz­azioni, è un modo per combattere gli stereotipi».

Annuisce Maria Teresa Fumagalli, già ordinario di Storia della Filosofia Medievale alla Statale, nel team di lavoro dalle prime battute, mentre spiega che «tutte le figure femminili dimostrano di aver maturato consapevol­ezza del loro fare, delle loro azioni, e in questo palesano parità, dignità e valore». L’Encicloped­ia è diventata un sito reference, con una media di utenti mensili: «Siamo le uniche in Europa», rivelano. Dal 2013 è anche casa editrice, con titoli dedicati a un’unica figura femminile, come la «La donna brutta» di Eleonora Tarabella (parla di Violette Leduc), e altri di taglio sociologic­o, è il caso di «La signorina Kores e le altre. Donne e lavoro a Milano, 1950-1970», curato dalle stesse Di Fazio e Marchesell­i.

Festa grande per i dieci anni? «Celebriamo appendendo sui tram, dal 6 al 19 marzo, delle cartoline con le biografie delle donne. Ci auguriamo che la gente riprenda a salire sui mezzi pubblici».

Non solo nomi noti L’autrice Jane Austen ma anche la maestra di montagna o la balia che ha salvato bambini

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(foto Piaggesi /Fotogramma) Team Da sinistra, Mantovani, Fumagalli, Di Fazio, Marchesell­i, Orlandi e Cattabriga

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