Il Conservatorio va in streaming «Note online contro il silenzio»
Coinvolti 250 studenti. «Ma fateci riaprire: qui spazi sicuri»
«A colpire è il fatto che “non suona”. Un Conservatorio silente è una contraddizione in termini» ammette la direttrice Cristina Frosini.
Spariti tutti?
«Da un giorno all’altro, 1.700 studenti, 234 docenti, una sessantina di amministrativi… Deserto il chiostro, le aule, gli scaloni. Una calma strana, innaturale».
In quanti siete rimasti?
«Tra insegnanti e gestionali, una trentina di persone. Però, da un paio di giorni sono arrivati i rinforzi “virtuali”. E la vita è in parte ripresa». Cosa intende?
«Dopo la prima settimana di fermo, mi sono chiesta cosa potevo fare per riportare un po’ di normalità qui dentro. E la sera del 29 febbraio ho deciso di lanciare il sasso, di trasformare l’emergenza in occasione per attivare forme di insegnamento a distanza».
E quindi oggi al Conservatorio si tengono lezioni?
«Sì. Nell’arco di due giorni ho avvisato docenti e studenti, ho controllato le connessioni e le apparecchiature tecniche, ho incassato l’adesione di 25 professori, che dal 2 marzo hanno iniziato a tenere corsi di distance learning per 150 studenti. Che ora possono accedere a una ventina di discipline relative sia ai corsi individuali di strumento o composizione, sia a quelli collettivi come Storia della musica, Live performance, Armonia e contrappunto… Nuove forme didattiche, perché online si fanno cose impossibili dal vivo. Una messa in pratica nel quotidiano di quello che stiamo sperimentando da tre anni con Intermusic».
Di che si tratta?
«Di un progetto pilota finanziato da Erasmus+ che riunisce, sotto la guida del nostro Conservatorio, istituzioni di Alta formazione artistica di Copenaghen e Vilnius, il Politecnico di Milano, l’Associazione europea dei conservatori. Una piattaforma articolata per consentire a studenti di nazioni diverse di entrare in
connessione, di suonare insieme, ciascuno stando nel suo Paese, di seguire corsi di canto in altre lingue e masterclass lontane».
Un fare rete che da ieri ha aggiunto un nuovo interlocutore, il Politecnico. «Abbiamo varato un piano quinquennale di collaborazione tra architetti, ingegneri e musicisti per far sì che dall’intreccio di competenze nascano figure trasversali per lavori del futuro: tecnici del suono, sound designer...».
Ma il Conservatorio «reale» quando riaprirà?
«Per me anche subito. Rispetto alle altre scuole, da noi le lezioni sono quasi tutte uno a uno (un docente per uno studente) in spazi molto ampi, che garantiscono le distanze di sicurezza. Abbiamo fatto presente ciò, ma nessuno per ora pare averla recepita».
La didattica Abbiamo colto l’occasione per testare forme di distance learning e il progetto Erasmus+