Corriere della Sera (Milano)

«Il conto è già pagato» Le pizze e il grazie agli infermieri in trincea

Post e commozione per il gesto anonimo

- Di Barbara Gerosa

LECCO Una pizza donata da un’ignota benefattri­ce per regalare forza e speranza a chi da giorni è impegnato sul campo per combattere il coronaviru­s. La storia è quella di Sabina Baggioli, 46 anni, da venti infermiera all’ospedale di Lecco, che con un semplice post su Facebook ha raccontato in poche righe la fatica di queste ultime due settimane e la gioia di un piccolo gesto di solidariet­à. «Sono passati dieci giorni o due anni, non capisco, non ricordo. Mi guardo allo specchio e mi vedo stanca ed invecchiat­a. Ognuno di noi lavora per due o per tre. Giochiamo fuori casa, posti nuovi o quasi, colleghi nuovi o quasi. Pochi riposi, non ci sono ferie o permessi, non ci sono figli o compagni». Scrive Sabrina, passata dal reparto di Neuroriani­mazione a quello «Corona-Ria» dedicato alla rianimazio­ne dei pazienti affetti da coronaviru­s, al terzo piano del Manzoni.

I numeri dei ricoveri si moltiplica­no di ora in ora, i turni non hanno mai fine. Eppure basta un piccolo gesto per ridare fiducia. «Da inizio settimana è la prima volta che riusciamo a buttar giù qualcosa nello stomaco per cena. Ci facciamo portare le pizze, arriva il ragazzo ed esco a prenderle. Ho tolto la cuffia e la mascherina, ho i capelli in aria e puzzo di disinfetta­nte. Il ragazzo dalle pizze mi dice: i soldi non servono, mettili pure via, una signora che aspettava la sua ordinazion­e ha sentito che dovevamo consegnare alla Rianimazio­ne e ha voluto pagare lei. Ha detto di ringraziar­vi tanto e vi augura buon lavoro».

La stanchezza passa in un istante. Sabina si scatta un selfie, fotografa la pizza e commenta: «Ecco un’infermiera spettinata e che puzza di disinfetta­nte, che si commuove con sette pizze in mano davanti a un ragazzo della pizzeria Rida. Buonanotte combattent­i».

In poche ore la sua storia viene condivisa centinaia di volte, migliaia di like e commenti. Quando riusciamo a contattarl­a risponde affannata, ancora in corsia, accanto ai malati: «Ci stiamo davvero facendo in quattro e non è un modo di dire. Le chiedo di cuore di ricordare la piaga che ci affligge da anni, la carenza di anestesist­i e infermieri. Chieda alla gente e a chi ci governa di non dimenticar­ci quando, spero prima possibile, sarà tornato tutto alla normalità», le sue parole.

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● Il selfie di Sabina Baggioli, infermiera di Rianimazio­ne al «Manzoni» di Lecco
Il selfie ● Il selfie di Sabina Baggioli, infermiera di Rianimazio­ne al «Manzoni» di Lecco
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Su Facebook Il post pubblicato da Sabina Baggioli

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