«Ho mal di testa e mia moglie è incinta Cosa devo fare?»
Il numero verde
«Mi ha fatto tenerezza. Dalla voce era una persona molto anziana. Mi ha detto che gli amici gli consigliavano di stare in casa, ma lui stava bene e si sentiva solo. Voleva parlare con qualcuno. Sarei voluta restare a consolarlo per ore, ma non potevo. Ho dovuto salutarlo, cercando di tranquillizzarlo». Angela Dicoladonato ha 50 anni, dal 2011 fa parte della Protezione civile di Seveso, ed è una dei 400 volontari che a turni rispondono, dal 23 febbraio, al Numero verde istituito da Areu e Regione Lombardia per far fronte all’emergenza coronavirus. Quando è scattato l’allarme nel giro di poche ore i centralini del 112 sono diventati bollenti tanto da non riuscire più a chiedere l’intervento di un’ambulanza per una reale emergenza. Così si è deciso di attivare un numero dedicato al Covid 19: 800.89.45.45. Accanto al personale Areu sono stati reclutati centinaia di volontari: Protezione civile, la consulta delle associazioni, Croce Rossa e Bianca, università Statale e Bicocca sotto il coordinamento dell’azienda regionale di emergenza e urgenza. Gli spazi sono quelli al terzo piano di un palazzone in via della Boscaiola, in zona Farini. Settanta postazioni allestite dal gestore telefonico Tim, dove i centralinisti lavorano su tre turni, 24 ore su 24. A supporto medici, ostetriche e psicologi, pronti a intervenire in caso di necessità. Il picco si è registrato il 24 febbraio quando sono arrivate 408 mila chiamate in un giorno. «C’era il papà preoccupato per la febbre del figlio piccolo, il marito di una donna incinta che solo per un forte mal di testa aveva paura di infettare la moglie, e un giovane con la temperatura molto alta da più di una settimana. Solo a quest’ultimo ho consigliato di contattare subito l’Ats». Dubbi, necessità, paure. «Capita più spesso di far fronte ad attacchi di panico che a vere e proprie emergenze sanitarie. Siamo qui anche per questo».