Concerti e pasticcini per gli «angeli custodi»
Scene di vita quotidiana ai varchi dell’area vietata I residenti omaggiano militari e forze dell’ordine: «Grazie per tutto quello che state facendo per noi»
LODI Venti minuti di musica «di confine», tra la linea gialla e quella rossa che separa i 47 mila abitanti che vivono nel focolaio del coronavirus e il resto d’Italia. Spettatori i militari che presidiano il check-point di Zorlesco (alle porte di Casalpusterlengo) e alcuni abitanti della zona arrivati in bicicletta.
La rotonda d’ingresso al paese come palcoscenico dell’insolito concerto durante il quale i musicisti hanno suonato brani di Mozart, ma anche i grandi classici del rock di Deep Purple e Guns’n’Roses con gli archi. Per venti minuti controllori e controllati hanno dimenticato il regime di costrizione sanitaria. Non più di una ventina i presenti: «Ma non avevo comunicato di proposito dove avremmo suonato per evitare di contravvenire alle norme», assicura il promotore dell’evento, Serafino Tedesi. I curiosi, comunque, sono arrivati. Perché «la musica non va fermata, è uno strumento di solidarietà». Tedesi è di Casalpusterlengo, quindi piena zona rossa, i suoi colleghi provengono da Piacenza e Milano. Il quartetto si è ricostituito proprio sul confine dopo almeno due settimane che il gruppo «Infonote musica» non si esibiva proprio a causa del Covid19.
Un modo per esorcizzare la paura del virus e ringraziare al tempo stesso forze dell’ordine e militari che da quasi quindici giorni presidiano giorno e notte la «zona rossa».
Il legame fra i 400 uomini che si danno il cambio ai 35 varchi o pattugliano i dieci paesi «vietati» e i residenti in quarantena è diventato molto saldo. Merito sia della popolazione che in gran parte sopporta con pazienza il regime di isolamento forzato (solo una trentina, a oggi, i tentativi di evasione finiti in denuncia), ma anche dei controllori che cercano di far pesare il meno possibile la loro presenza.
Quasi ogni giorno gruppi di anziani, bambini, famiglie si recano ai checkpoint per ringraziare di persona i loro «angeli custodi». Chi con un disegno, chi con qualche caramella o cioccolatino, chi dedicando una lettera. Tanti i bambini, accompagnati ai varchi di persona dai genitori o dai nonni. L’ultima in ordine di tempo è stata Viola, bimba di 10 anni in vacanza forzata dalla scuola elementare. Si è presentata con la mamma infermiera al checkpoint di San Fiorano, uno dei paesi della «zona rossa», e ha consegnato ai militari quattro cioccolatini con un biglietto («Grazie per tutto quanto state facendo per noi», ha scritto) prima di un selfie con i suoi «angeli in divisa». Così come Luca, a Somaglia, ha raffigurato i carabinieri nell’atto di proteggere la gente dal virus, rappresentato da un mostro invisibile. Non mancano neppure gli attestati di stima anche da parte degli anziani. Su tutti quello di una signora di Somaglia dedicata agli «angeli moderni» che controllano i varchi e recapitata in prefettura: «Li puoi trovare ovunque, basta accorgersene o non essere ciechi».