Corriere della Sera (Milano)

Accessi e orari Nuove regole per le mense del terzo settore

Solidariet­à La distribuzi­one

- Giovanna Maria Fagnani

Parole d’ordine: solidariet­à agli ultimi e tutela della salute non possono essere in contraddiz­ione. Lo dice Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana. E lo dimostra lo sforzo immane degli enti e delle fondazioni del terzo settore milanese, che in questa emergenza non hanno mai smesso di occuparsi della parte più debole della società. Si va avanti, quindi, ma con nuove accortezze, per tutelare volontari e utenti. Per esempio, aprendo prima del solito e regolando gli accessi. Come in viale Toscana 28 e in viale Monza 335, nelle due sedi di «Pane Quotidiano», che erano rimaste chiuse per qualche giorno. «Avevamo sospeso momentanea­mente la distribuzi­one di generi alimentari, per capire come riorganizz­arci. Per noi non è un momento facile, molti volontari non sono in servizio, per paura di ammalarsi — racconta il presidente Pier Maria Ferrario, volontario da 40 anni —. Adesso invece che alle 8.30 apriamo alle 7.30, a volte anche prima. Il nostro personale indossa protezioni e l’accesso è regolato. Non si forma più la coda che durava fino alle 11.30. Gli utenti continuano a venire, ma sono diminuiti: prima erano anche 3.500 al giorno, ora siamo sui 2 mila. Probabilme­nte hanno paura anche loro». Orari anticipati e cena su più turni anche al Refettorio Ambrosiano di piazza Greco. I tavoli hanno dieci posti, ma ospitano al massimo 4 commensali in questi giorni. Nel Rifugio Caritas di via Sammartini, dormitorio che ospita circa 60 persone a notte, sono invece in servizio da qualche giorno medici volontari della Croce Rossa, che affiancano l’infermiera e gli educatori nelle operazioni di controllo sanitario sugli ospiti. Ingresso scaglionat­o, massimo 8 persone per volta, anche all’Emporio Solidale Caritas di Cesano Boscone che rifornisce circa 400 famiglie. «Alcuni dei nostri utenti più anziani hanno paura a uscire e allora la spesa gliela facciamo recapitare a casa»dice don Massimo Mapelli.

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Volontari Distribuzi­one del cibo

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