Corriere della Sera (Milano)

FAKE FOOD I PARADOSSI DELLE BUONE FORCHETTE

- di Antonio Lubrano

Di una persona che ama il pranzo o la cena si dice che è «una buona forchetta». Oggi però questa affettuosa definizion­e perde di forza se la stessa persona si siede a tavola e consuma piatti finti. Non che sia un dramma, però accettare senza batter ciglio i surrogati è arduo. Proviamo a elencare i cibi che da qualche tempo si propongono come sostituti di quelli autentici: carne, pesce, salumi, formaggi, pane, dolci, frutta , verdura (i carciofi, per esempio, i cavoli rossi, le carote). Quella, poi, che per secoli è stata considerat­a la regina della tavola è la bistecca. Ebbene adesso sembra di gran moda il fake burger, ossia il burger vegetarian­o, che imita la carne, sostituita da proteine di soia, piselli oppure patate. L’obiettivo, dice Altroconsu­mo, è quello «di indurci a scelte più sostenibil­i per l’ambiente e la salute, spingendo tutti a ridurre il consumo di carne». Ma ce lo immaginiam­o uno(o una) che pregusta la bistecca solo a vederla, convertito improvvisa­mente alla carne finta? È pur vero che da tempo siamo assuefatti all’artificial­e, a prodotti che non sono autentici. Chessò tanto per citare: i fiori finti, i capelli finti, la barba finta, e abbiamo fatto l’occhio alle case in stile finto rustico. Dunque non dovremmo sorprender­ci più di tanto al cospetto di un roast beef falso che imita quello vero. E poi non è ancora chiaro se la carne finta faccia bene alla salute. Tutti abbiamo il dovere di difendere l’ambiente però lasciateci preferire ancora la carne vera.

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