BUSCEMI, LA CONSIGLIERA MARATONETA DELLE ISTITUZIONI
Nei giorni del virus le reazioni politiche sono di vario tipo. C’è chi, comunque, mantiene alta la polemica con gli avversari, un po’ come se si fosse ancora nel mondo di prima; chi, vista la situazione, invoca la concordia; e chi si inventa campagne fai da te. La vicepresidente del Consiglio comunale Elena Buscemi ha scelto la terza. A un certo momento, partita l’emergenza, ha preso a fotografarsi ogni giorno con un milanese diverso immortalato sul posto di lavoro — ciclista, pasticcere, non proprio uno scherzo). Buscemi, quindi, è una specie di assessore metropolitano senza un soldo, quasi senza poteri ma, in compenso, vasti problemi. Un esempio: alcune delle riunioni cruciali nella vicenda dei supermercati Auchan-Conad, con centinaia di posti di lavoro a rischio nell’area di Milano, si sono svolti negli uffici ormai mezzi deserti di Palazzo Isimbardi, la sede della vecchia Provincia e dell’attuale Città metropolitana, un luogo dove, ora come ora, non è nemmeno chiaro che cosa sia rimasto in funzione e cosa no. Dentro a questa sproporzione tra le questioni aperte e gli strumenti rimasti, Buscemi «prova a crederci». Violoncellista «della domenica», cognome noto agli appassionati di dischi della città per un negozio della famiglia che fece epoca, triatleta (corsa, bici, nuoto), ha anche partecipato alla Granfondo del Naviglio (dove si nuota per 21 chilometri filati). Il record, però, lo detiene nel numero di matrimoni civili celebrati: da quando è stato cancellato il gettone di presenza, tra i consiglieri comunali c’è stato un certo fuggi fuggi dall’incombenza. Lei, invece, continua stoicamente a unire le coppie con regolarità (e senza rimborso). Probabilmente, che siano il nuoto o i matrimoni, una certa resistenza sulle lunghe distanze l’ha aiutata finora a non scoraggiarsi tra i corridoi vuoti della vecchia Provincia e nemmeno la scoraggia ora nel tour tra i milanesi che, nonostante l’allarme, «non si fermano».
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