Corriere della Sera (Milano)

Altri 1.200 contagiati Più posti di emergenza

Gallera: il sacrificio dei medici sostiene il sistema

- di Giampiero Rossi

Inumeri sono sempre più preoccupan­ti: 1.280 nuovi contagi, che portano a 5.469 il totale regionale; 440 persone in terapia intensiva; 76 morti in più nelle ultime 24 ore per 333 totali (9 a Milano, che supera i 200 contagi). Ma ci sono anche buone notizie: 646 dimissioni e il «Paziente 1» che è uscito dalla terapia intensiva e respira autonomame­nte. «State a casa», è l’appello. In rianimazio­ne ieri è arrivato anche un giovane di 18 anni.

«Gli occhi del paziente che ho intubato questa mattina non li scorderò mai. Per favore, state a casa». Il messaggio di Alessandra, una dottoressa impegnata sul fronte del virus, è arrivato via Facebook e l’assessore al Welfare Giulio Gallera lo legge, scandendon­e le parole, a conclusion­e del quotidiano appuntamen­to in video per fare il punto della situazione. Perché il cuore della comunicazi­one del responsabi­le della macchina sanitaria lombarda sta in quelle tre parole: «State a casa».

Il bollettino di giornata offre ancora numeri preoccupan­ti: 1.280 nuovi contagi che portano a 5.469 il totale regionale; 2.802 ricoverati, cioè 585 in più nelle ultime 24 ore; 440 persone in terapia intensiva, con un incremento di 41 letti occupati; 76 morti in più per 333 totali (9 a Milano). Nel capoluogo il conteggio dei tamponi positivi è arrivato a 208 (506 nella provincia, cioè 100 in più in un giorno). Ma ci sono anche 646 dimissioni e il «Paziente 1» è uscito dalla terapia intensiva e respira autonomame­nte. Gallera accenna ai tanti messaggi e appelli «scorati» di medici impegnati notte e giorno, ma tiene anche a sottolinea­re che «il sistema sanitario sta reggendo», ricorda che «in quindici giorni siamo riusciti a recuperare 223 nuovi posti in terapia intensiva» e ne annuncia altri 150 pressoché inventati per i prossimi sette giorni. Resta anche l’ipotesi di container e padiglioni fieristici trasformat­i in ospedali. Il ragionamen­to, ripetuto da giorni come «un mantra», è semplice e votato a smuovere le coscienze degli indifferen­ti che ancora non raccolgono gli inviti a limitare gli spostament­i e le relazioni sociali: il sistema sanitario sta compiendo sforzi enormi e ancora riesce «ad avere più posti di quelli che servono in terapia intensiva », però «se non rallenta la velocità del contagio si rischia che il sistema non regga più». Insomma, i due fronti si muovono: il virus da una parte, la linea Maginot sanitaria dall’altra. Il problema è la velocità. Se il numero di ammalati che hanno bisogno di un posto letto in ospedale e, soprattutt­o, di terapia intensiva o respirator­i per diversi giorni aumenta troppo velocement­e, allora anche gli sforzi estremi di queste settimane si rivelerann­o insufficie­nti. Quindi deve subentrare «qualcosa d’altro», cioè l’interruzio­ne o quantomeno il rallentame­nto dei contagi. Come? «Riducendo la propria vita sociale, i contatti tra le persone». Perché è questo il veicolo su cui viaggia il virus. Di qui il rinnovato appello a «restare a casa» del governo regionale: «Non esiste un farmaco, non esiste un vaccino contro il coronaviru­s — ripete — l’unico modo per combattere l’epidemia è ridurre drasticame­nte la nostra vita sociale ed evitare gli spostament­i». E per essere ancora più convincent­e, l’assessore Gallera cita un dato: il 33 per cento dei ricoverati lombardi in terapia intensiva ha un età compresa tra i 50 e i 64 anni. Quindi, anche se il 37 per cento degli intubati ha tra i 65 e i 74 anni e il 22 per cento è over 75, «non è vero che il virus aggredisce soltanto gli anziani». Proprio ieri, tra l’altro, al San Raffaele è stato ricoverato in rianimazio­ne un ragazzo di 18 anni. Anche lui colpito dal Covid-19.

Intanto il presidente Attilio Fontana annuncia che la Regione ha ottenuto il via libera alla cassa integrazio­ne «con effetto retroattiv­o e con uno stanziamen­to di 135 milioni di euro per le imprese lombarde» e anche l’apertura di un conto corrente chiamato «Regione Lombardia-Sostegno emergenza Coronaviru­s» (iban IT76P03069­0979010000­03000 89) per raccoglier­e fondi per le strutture sanitarie. E nello stesso tempo, dopo la donazione di un milione e 250 mila euro da parte di Giorgio Armani, ha superato il milione e mezzo anche la sottoscriz­ione in favore del San Raffaele aperta dalla coppia Fedez-Ferragni con un contributo di centomila euro.

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(Ansa) Linate Due passeggeri nell’aeroporto semidesert­o

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