Corriere della Sera (Milano)

Frode fiscale da 40 milioni Ex direttore poste in carcere

- Davide Maniaci

Un vortice di fatture false e bonifici in transito sui conti correnti di svariate società, tutte scatole vuote, che avevano sede in Lombardia, Piemonte e Friuli-Venezia Giulia. Una cosidetta «frode carosello»: il denaro dovuto allo Stato veniva fatto ricadere su società prive di patrimonio e intestate a nullatenen­ti. Lo scopo del giro milionario era quello di frodare l’Iva, di fatto mai versata. L’operazione «Iron Coin» ha portato a 7 arresti da parte delle Fiamme gialle pavesi. Al centro della frode due fratelli, imprendito­ri italosvizz­eri, incensurat­i, i fratelli di 56 e 52 anni. Sequestrat­e due auto di grossa cilindrata, una Audi R6 e una Maserati Levante. In carcere è finito anche l’ex direttore dell’ufficio postale decentrato di Vigevano. Due dei suoi figli si trovano agli arresti domiciliar­i, insieme ad altre due persone coinvolte nella maxi-frode che ha fruttato oltre 40 milioni di euro. Per l’ex direttore, 57 anni, non è il primo guaio con la giustizia. Dopo l’arresto del febbraio 2019 era stato condannato a un anno di

Sette arresti Il funzionari­o intestava carte prepagate a ignari clienti dell’ufficio

reclusione per utilizzo indebito di carte di credito. Proprio dall’ufficio postale vigevanese di via San Giovanni sarebbe partito tutto. Le transazion­i bancarie a sei zeri non sono passate inosservat­e. Hanno spinto gli agenti a setacciare sia il suo conto corrente sia quello dei familiari. Erano collegati a decine di carte prepagate, intestate a clienti all’oscuro. L’uomo approfitta­va della momentanea disponibil­ità dei documenti per le normali operazioni di sportello. Poi l’ex direttore, dopo aver versato il denaro sui conti correnti a sua disposizio­ne, andava a prelevare. I due italosvizz­eri, ora in stato di arresto, sono amministra­tori di una società anonima elvetica. Inoltre controllan­o una serie di società con sedi tra Nord Italia, Slovenia e Croazia, operanti nel settore della lavorazion­e dei metalli ferrosi. I reati contestati sono peculato, frode fiscale e uso indebito di carte di credito. L’operazione è stata coordinata dal procurator­e aggiunto di Pavia, Mario Venditti, e dal sostituto procurator­e della Repubblica Valeria Biscottini.

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