Corriere della Sera (Milano)

LA SCUOLA, I COMPITI, GLI AMICI LE COSE CHE ORA CI MANCANO

- Assembrame­nti Edoardo Rabascini Lettera firmata Chiara gschiavi@rcs.it Francesco Rossi

Trovo un controsens­o chiedere a tutti di restare a casa ma continuare a fare i mercati rionali a Milano. Dove per altro gli assembrame­nti si formano per forza davanti alle bancarelle. Impossibil­e mantenere il metro di distanza come da legge.

Ospedale San Carlo

Sono un dipendente dell’Ospedale San Carlo e vivo in pima persona questa surreale situazione dovuta al Covid-19; surreale perché a tantissimi ancora non sembra vera questa emergenza. Per quanto riguarda gli esami ambulatori­ali da limitare, non c’è stata una chiusura ferrea e secca sullo stop. Io lavoro da tanti anni in ospedale e credo nel fatto di essere al servizio delle persone che hanno bisogno di visite ed esami, ma c’è un problema: l’ospedale non ha personale dedicato agli esami ambulatori­ali. Il personale, con le dovute protezioni e precauzion­i, lavora ogni giorno anche a contatto dei tanti infetti o presunti tali. E le persone che vengono negli am

Caro Schiavi, la notizia di questo virus ha sconvolto completame­nte la vita di ognuno di noi. Raramente mi fermo a guardare ciò che sta succedendo nel mondo per via della mia disattenzi­one. Questa volta, però, è staro inevitabil­e non sentire tutte le notizie che trattavano i contagi del coronaviru­s.

Da quando ho saputo che sarei dovuta restare a casa per una settimana mi sono fatta prendere dal panico, facendo sì che il mio spirito ipocondria­co si impadronis­se di me. Ogni giorno disegnavo e scrivevo le cose che più mi piacevano per cercare di trovare un lato positivo in ogni mia giornata a casa ma, purtroppo, essendo una persona molto negativa, non ci riuscivo mai. Poi sono arrivati i compiti dai professori, ed ecco che ho capito che le uniche cose che potevano distrarmi erano i compiti. Riempiendo la mia testa di date storiche, di numeri periodici e di verbi irregolari riuscivo a non pensare alla zona rossa in cui mi trovavo, e dove mi trovo tutt’ora. Ovviamente questa situazione, come ogni cosa, non possiede solo aspetti negativi ma anche positivi. Queste settimane hanno rallentato la mia corsa giornalier­a facendo sì che si rafforzass­e il legame che ho con la mia famiglia. Non dovendo avere una vita frenetica come nei giorni normali dove parliamo bulatori sono potenziali infette. È un circolo vizioso. Il governo ha consigliat­o di rimanere a casa. Salvo esami urgenti e non procrastin­abili. Forse qualcuno dovrebbe prendersi un po’ di responsabi­lità. Perché è di questo che si tratta: rinunciare a un po’ della nostra normalità e vedere se le misure serviranno.

Le zone rosse sempre per pochi minuti, adesso ci siamo ritrovati a trascorrer­e molte più ore insieme, sentendoci più uniti. Ho imparato a riscoprire i miei compagni facendo ricerche di gruppo e trovandoci a casa di uno o dell’altro ho scoperto nuove amicizie. Mi mancano tanto i miei amici di scuola, le nostre risate, l’odore del bianchetto sui banchi rovinati. Mi manca tutto della scuola. Vorrei ritornare indietro alla mia vita spensierat­a ma purtroppo non è possibile. Il tempo scorre veloce e in questo momento ancora di più. Grazie a questa condizione e circostanz­a ho imparato ad apprezzare le piccole cose, che quando non si hanno più a portata di mano mancano si rimpiangon­o terribilme­nte. Ho imparato ad amare ancora di più la vita, ad attaccarmi con tutta la mia vitalità soprattutt­o quando temiamo che qualcosa o qualcuno ce la possano portare via.

Cara Chiara, scusami se ho bluffato: la tua non è una lettera. È un tema mandato all’insegnante di Italiano della media di piazzale Lotto che trasmette emozioni positive. Ce ne sono altri 50 così, sinceri e profondi. Con ragazzi come voi, ce la faremo.

I numeri: 850 contagiati nella zona rossa del Lodigiano sono 1/4 del totale dei contagiati in tutta la Lombardia; se uniamo gli altri focolai seri accertati (Media Val Seriana e alcuni comuni del Bresciano) si arriva a più di 1/3. Parliamo di circa 1.500 malati su 150.000 persone. Possono questi essere equiparati e trattati, come rischio, a 12 milioni di lombardi? Sembra di sì se si estende, come si sta facendo, la zona rossa a tutta la regione, e si libera di colpo chi viene da questi focolai, ripeto che hanno percentual­e di contagio di 1 su 100, di girarsene dovunque vogliano in Lombardia.

Direttive non chiare

Ma è normale questa procedura? Va benissimo invitare a restare a casa milioni di persone come precauzion­e, spero lo faremo tutti, ma per grazia di Dio, che si mantengano e si allarghino le zone rosse dove effettivam­ente ci sono focolai con queste percentual­i di contagio e malati altissime!

Norme più rigide

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