Corriere della Sera (Milano)

Rider, arrivano le mascherine

Deliveroo e Uber Eats, fondo di sostegno ai fattorini L’associazio­ne delle app: mascherine per tutti La Cgil avverte: malati e quarantene, bisogna fermarsi

- di Stefania Chiale

Assodelive­ry (consegne a domicilio) ha iniziato ieri a distribuir­e mascherine a tutti i rider.

Nella gigantesca quarantena a cui il Paese è sottoposto per tentare di arginare l’epidemia da coronaviru­s, Assodelive­ry, l’associazio­ne dell’industria italiana della consegna di cibo a domicilio, ha iniziato ieri a distribuir­e mascherine a tutti i rider. Una decisione «di responsabi­lità sociale», precedente a quella del governo nei confronti di tutti i lavoratori ancora attivi, che dovrebbe rassicurar­e utenti e fattorini. Non solo: tra le iniziative, c’è la consegna senza contatto già attiva per Glovo e da ieri per Deliveroo, che come Uber Eats istituisce anche un fondo per assistere finanziari­amente i rider contagiati o in isolamento (il primo chiarisce che sarà in base allo storico delle consegne, il secondo che l’assistenza coprirà fino a 14 giorni). Chiusa dopo l’ultimo decreto governativ­o ogni forma di ristorazio­ne salvo quella con consegna a domicilio, e con l’obbligo di non uscire di casa se non per necessità urgenti, il servizio di consegna di spesa e cibo pronto è diventato per molti essenziale. Per garantire il quale è in atto uno sforzo da parte di tutti gli operatori del settore: dalla grande distribuzi­one (come Esselunga o Carrefour) alle Dot-com (come Amazon o Cortilia) alle società di food delivery.

«Assodelive­ry sta distribuen­do le mascherine ai rider che operano con le piattaform­e aderenti (Deliveroo, Glovo, Just Eat, Uber Eats e Social Food, ndr) — dice il presidente Matteo Sarzana al Corriere —. È un’iniziativa aggiuntiva a quanto previsto dalla normativa, sviluppata in un’ottica di responsabi­lità sociale». L’ordine è arrivato solo due giorni fa. I dispositiv­i verranno messi a disposizio­ne anche in alcuni ristoranti partner e in punti d’incontro. «Ne siamo felici», commenta Nicolò Montesi, presidente Anar, Associazio­ne nazionale autonoma dei riders. «Sapevamo che ci sarebbe voluto del tempo per farle arrivare. Il 75% dei rider vuole continuare a lavorare: è giusto che le società distribuis­cano i dispositiv­i di protezione che servono». Attraverso la definizion­e delle linee guida Assodelive­ry-Fipe (Federazion­e italiana pubblici esercizi), è stato «messo a punto un decalogo — spiega inoltre Sarzana — per fare in modo che preparazio­ne, ritiro e consegna del cibo avvengano in sicurezza»: dalla distanza di almeno un metro nelle attività dei ristoranti e nella consegna, all’igienizzaz­ione di tutti i pacchi, al ritiro e consegna senza contatto diretto. Glovo distribuir­à, non appena arriverann­o, anche guanti usa e getta e gel disinfetta­nte: «Ci siamo subito mossi per cercare di avere i dispositiv­i di protezione individual­e — dice la country manager Elisa Pagliarani —. Ma, come per tutti, le tempistich­e di approvvigi­onamento sono lunghe».

Per quanto riguarda la consegna di cibo pronto «c’è stata una flessione iniziale dovuta alla chiusura dei ristoranti — continua Pagliarani —, ora stiamo vedendo una ripresa. Mentre nell’ultima settimana sono aumentate di cinque volte le richieste di spesa a domicilio e di tre volte quelle di consegna farmaci». Per andare incontro alla necessità della collettivi­tà di evitare spostament­i, la maggior parte delle app si sono adoperate con iniziative solidali, come la consegna a domicilio gratuita per gli over 65 o per tutti. «L’incremento della domanda di spesa alimentare online — spiega Valentina Pontiggia, direttrice dell’Osservator­io Ecommerce del Politecnic­o di Milano — tra gli operatori della grande distribuzi­one, le Dot.com e le app per la consegna a domicilio, ha portato a più del raddoppio del volume di vendite». Ci sono «disservizi dovuti a un picco non immaginabi­le», ma «è lodevole lo sforzo che sta facendo il settore per fronteggia­rlo: con investimen­ti in tecnologia, l’innovazion­e di modelli di business e di procedure per il ritiro e la consegna».

Di fronte all’incremento di domanda online di beni di prima necessità, la filiera non potrà reggere, secondo i sindacati, a meno di un ripensamen­to temporaneo del modello: «A emergenza si risponde con soluzioni di emergenza: se non si limita la spesa online ai soli beni essenziali (alimenti e farmaci), non si riuscirà più a distribuir­li alle persone», avverte Luca Stanzione, segretario generale della Filt Cgil. «Iniziamo ad avere malati e persone in quarantena tra i driver. Amazon invece continua a fare pubblicità per incentivar­e l’acquisto online: un atteggiame­nto irresponsa­bile».

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Un rider scende con la sua bicicletta dal ponte di ferro sul Naviglio Grande
(foto Passaro) In strada Un rider scende con la sua bicicletta dal ponte di ferro sul Naviglio Grande

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