Corriere della Sera (Milano)

«Lo scalo aperto della speranza»

Sulla pista del Migliaro a Cremona c’è un uomo solo Gestisce lo scalo per gli elicotteri che portano i pazienti «È il mio contributo nella battaglia contro il Covid»

- di Francesca Morandi

Dall’aeroporto del Migliaro (Cremona), luogo dove atterrano e decollano gli elicotteri militari che trasportan­o i pazienti.

CREMONA Quando arriva la telefonata, sale in auto e corre ad aprire l’aeroporto del Migliaro, alle porte di Cremona, l’altro fronte della guerra al coronaviru­s. Perché qui atterrano e decollano gli elicotteri Hh-101 del nono stormo dell’Aeronautic­a militare che dall’ospedale Maggiore trasportan­o i pazienti in altre strutture. L’ angelo che consente il servizio di soccorso ha il volto di Antonello Sozzi, 62 anni tra dieci giorni, il solo autorizzat­o ad entrare nel piccolo aeroporto, da quando l’ Enac, l’Ente nazionale aviazione civile, ha chiuso molti scali italiani per la pandemia Covid-19. Sozzi, socio dell’aereo club dal 1981, lo fa gratuitame­nte e volontaria­mente, dal 12 marzo scorso «da quando è entrato in vigore il Notam, Notice to airmen. È stata quasi una conseguenz­a, perché io sono il responsabi­le della sicurezza volo e il gestore dell’elisuperfi­cie. Quando il presidente dell’aereo club Angelo Castagna mi ha chiesto se volevo dare la mia disponibil­ità, non ci ho pensato su un attimo. Non mi ha obbligato nessuno, ma nel mio piccolo, se posso essere utile, lo faccio molto volentieri».

Antonello Sozzi abita a Castelverd­e, cinque chilometri dall’aeroporto di Migliaro, vive blindato in casa, ha il telefonino a portata di mano e la mascherina in auto. «Vengo allertato dalla Protezione civile nazionale o dell’Aeronautic­a militare, oppure dal 118. A volte, è un concatenar­si di chiamate. Quando arriva la telefonata, in cinque minuti raggiungo l’aeroporto e scatta l’organizzaz­ione operativa. Apro per l’entrata dell’ambulanza e faccio assistenza agli elicotteri in arrivo».

Il telefonino di Sozzi squilla più di giorno che di notte: «Prevalente­mente, tra le 17 e le 17. 30. Sinora, gli elicotteri atterrati sono stati circa una decina. In un caso, la telefonata del 118 mi è stata fatta alle 17, l’elicottero e’ atterrato alle 19,15, l’ambulanza è arrivata alle 21,.5 e l’elicottero è ripartito alle 23, perché poi, ci vuole un’ora, anche un’ora e mezza, dal trasporto della lettiga alla barella contenitiv­a, e ci vuole altro tempo per sistemare il paziente sull’elicottero. Non è che l’apparecchi­o atterra, si carica e si riparte. Da ultimo, bisogna sanificare tutta la zona». Sozzi non ha tempo da perdere. «Quando parto, al momento non penso a che cosa sto andando incontro. Penso solo al malato che ha bisogno anche di me, del mio contributo. Sulla pista siamo tutti tutelati, abbiamo la mascherina, io non mi avvicino ai pazienti, sto al di là del piazzale. Poi, però, dopo vengono tutti i pensieri, soprattutt­o ai malati, a chi non ce l’ha fatta». Quando rincasa, i pensieri tristi spariscono davanti alla videochat del nipotino Filippo, di 2 anni. Dice il volontario dell’aeroporto cremonese: «Lui è il mio tesoro. Mi chiede ‘”Nonno, quando vieni a trovarmi?”». Filippo dovrà pazientare ancora. Il nonno ora esce di casa solo per dare il suo prezioso aiuto sulla trincea delll’aeroporto di Migliaro.

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Antonio Sozzi, 62 anni. In alto il piccolo scalo del Migliaro a Cremona
(foto Rastelli) Chi è Antonio Sozzi, 62 anni. In alto il piccolo scalo del Migliaro a Cremona

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