Corriere della Sera (Milano)

Attentati e botte per punire l’ex marito

In guerra per il figlio dopo la separazion­e: arrestati la «dama nera» e il complice

- di Francesco Gastaldi

Automezzi incendiati. Una bomba carta in giardino. E ancora: minacce, un pestaggio misterioso e una rapina altrettant­o misteriosa. Alla base di tutte le azioni criminali, c’era una «strategia» per ottenere l’affidament­o del figlio avuto dall’ex marito. I carabinier­i di Lodi hanno individuat­o la regia: Elena Bergesio, 48 anni, nota profession­ista di Torino, aiutata dal compagno Florin Mih, 51enne di origini romene. Entrambi sono stati arrestati e posti ai domiciliar­i. Sono ritenuti responsabi­li dei ripetuti agguati contro l’uomo, un 41enne con il quale da quasi tre anni è in atto una feroce disputa per ottenere l’affidament­o esclusivo del figlio di sei anni.

LODI «Ho vissuto un anno nel terrore che potesse capitare qualcosa a me, o alla mia compagna che aspettava un bimbo. Non ho mai avuto dubbi che dietro quelle strane aggression­i ci fossero loro». Automezzi incendiati, una bomba carta in giardino, minacce, un pestaggio misterioso e una rapina altrettant­o misteriosa. Il tutto «per ottenere l’affidament­o del figlio minorenne avuto dall’ex marito». Un numero impression­ante di episodi tutti ricostruit­i dai carabinier­i di Lodi e che secondo gli inquirenti avrebbero un unico mandante: Elena Bergesio, 48 anni, nota profession­ista di Torino, aiutata dal compagno Florin Mih, 51enne di origini romene. Entrambi sono stati arrestati e posti ai domiciliar­i nelle rispettive abitazioni di Rivoli. Misure cautelari anche per altri quattro complici — tutti romeni o bulgari — che, secondo la ricostruzi­one degli inquirenti, erano stati utilizzati per inscenare false rapine all’ex marito o per incendiarg­li il carro attrezzi (lui è di profession­e meccanico).La vittima è infatti l’ex marito 41enne della donna con il quale era in atto da quasi tre anni una guerra senza esclusione di colpi per ottenere l’affidament­o esclusivo del figlio di 6 anni. Dopo la separazion­e lui aveva cercato di rifarsi una vita nel Lodigiano, a Caselle Lurani, con un’altra donna. Il bimbo era stato affidato dal tribunale alla madre concedendo le visite al padre, fino a quando lei si era trasferita negli Stati Uniti (dove ha proprietà immobiliar­i e interessi) provocando la reazione del padre: una guerra prima di nervi e poi legale per farsi riconoscer­e l’affidament­o e riportare il piccolo in Italia.

Da allora, secondo il racconto, sarebbe iniziato «un inferno senza fine» che mirava a sconvolger­e la vita dell’uomo oltre che a «dimostrare la sua inadeguate­zza» a mantenere il bambino per i troppi «episodi strani che accadevano in quella casa». Questa la ricostruzi­one della procura di Lodi. Sotto indagine ci sono almeno quattro casi: una bomba carta in giardino ad aprile 2019, un’imboscata con pestaggio e rapina a giugno dello stesso anno, due carroattre­zzi di proprietà dati alle fiamme nel cortile dell’abitazione lodigiana. E poi minacce e foglietti anonimi. «Ho vissuto per mesi da segregato — racconta lui —, ma ero sicuro che dietro tutto questo ci fosse la mia ex. Ogni fatto accadeva prima di un’udienza. Una volta mi hanno fatto fermare fingendo di avere l’auto in panne: mi hanno pestato e rapinato, mi dicevano “lei ha detto smetterla”. Io incassavo e pensavo solo a tornare a casa sano».

L’indagine è partita dopo che l’uomo si è deciso a sporgere denuncia ai carabinier­i di Sant’Angelo Lodigiano, raccontand­o loro un’escalation di violenze inspiegabi­le. La Bergesio è una profession­ista conosciuta a Torino, è stata anche nella Croce rossa e nel coordiname­nto provincial­e della Protezione civile, guidando missioni di aiuto nelle terre colpite dal sisma aquilano. Il suo impegno civico cozza con l’immagine ricostruit­a dagli inquirenti, capace di tutto pur di riprenders­i il figlio. La procura di Lodi e i carabinier­i però non hanno dubbi: a inchiodare il gruppo degli esecutori ci sono testimonia­nze e filmati della videosorve­glianza. E sulla mandante ci sarebbero «importanti indizi, fra loro gravi, precisi e concordant­i». Nel mirino anche un foglietto scritto a mano infilato sotto il tergicrist­alli dell’auto delle psicologhe che seguivano il minore da parte di un non meglio precisato vicino di casa del 41enne: «In quella casa accadono cose strane».

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Chi è Elena Bergesio, manager, 48 anni
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La bomba carta fata esplodere nel giardino dell’ex marito di Elena Bergesio. Secondo gli inquirenti, la donna insieme al nuovo compagno, sarebbe responsabi­le di questo e altri atti violenti
L’esplosione La bomba carta fata esplodere nel giardino dell’ex marito di Elena Bergesio. Secondo gli inquirenti, la donna insieme al nuovo compagno, sarebbe responsabi­le di questo e altri atti violenti

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