Corriere della Sera (Milano)

GLI ERRORI, I VIGILI E LE COPPIE SCOPPIATE

- di Isabella Bossi Fedrigotti ibossi@corriere.it

«Leggevo domenica scorsa in questa rubrica — scrive Eleonora Simonacci — che i milanesi sono da lodare perché accettano senza protestare le restrizion­i cui li ha costretti il virus. A parte il fatto che, a quanto pare, molti continuano a sgarrare, io avrei varie cose di cui lamentarmi. Prima di tutto del nostro sindaco che per giorni aveva ripetuto che Milano non doveva chiudere. Si è visto dove ci ha portato la vivacità. In secondo luogo, voglio lamentarmi dei vigili che sono tornati in strada dopo che per anni erano del tutto spariti. Ma il miracolo non mi fa felice perché sono molto occupati a dare multe. Adesso? Non potevano farlo prima? E poi, terza lamentela, sono gli inviti che sento da tutte le parti di approfitta­re delle circostanz­e per godersi la famiglia. Peccato che a Wuhan, dopo essersi goduti la famiglia rinchiusi in casa, hanno in massa chiesto il divorzio». Cominciand­o dal sindaco, sì, probabilme­nte era convinto che Milano fosse più forte della malattia. E molti di noi lo eravamo esattamene come lui. Ha sbagliato e sarebbe stato meglio se lo avesse pubblicame­nte riconosciu­to come lo ha fatto il sindaco di Bergamo. Chissà perché politici e amministra­tori sono così poco inclini a riconoscer­e i propri errori, quando buonsenso dovrebbe suggerire loro che i cittadini apprezzano chi ha il coraggio di tornare sui propri passi e di ammetterne uno sbagliato. Fosse anche solo di valutazion­e. E i vigili ricomparsi in strada? Per controllar­e i milanesi? Per evitare che formino assembrame­nti? Per bloccare quelli che tentano di evadere dalla zona rossa? Forse. Però anche per multare i mezzi malparcheg­giati (una questione parzialmen­te superata vista l’introduzio­ne della gratuità del parking). Quel che invano i cittadini invocavano nel traffico caotico dei passati giorni normali avviene ora nella città semidesert­a? Quanto ai divorzi, la cattiva sorte raramente favorisce l’unità famigliare. Migliore antidoto contro le separazion­i, non soltanto in tempo di coronaviru­s, potrebbe essere la lettura, capace, si sa, di aprire finestre di fuga alla fantasia. Le nostre pagine della cultura abbondano in consigli.

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