Corriere della Sera (Milano)

LA NOSTRA ORA D’ARIA SUL BALCONE DI CASA

- di Vivian Lamarque

Come quando ci vendono un cestino di fragole e sopra sono perfette e sotto no: il canale televisivo 34, Italia Cinema, è partito alla grande con Fellini, poi una fila di fragole trapassate; altro bel cestino con sopra Sordi, poi km di pierini su pierini; l’amato Troisi poi di nuovo fragole scadute, diciamolo, marce. Speriamo nei cestini futuri.

Intanto proviamo con Youtube, quanti meraviglio­si film italiani e non, con protagonis­ti ragazzini da far scoprire ai nostri figli prigionier­i in casa; non possono non conoscere Il Monello, Bellissima, Ladri di biciclette, Giochi proibiti, I 400 colpi, I ragazzi del coro, ecc. fino ai giorni nostri. Sempre chini su chissà cosa, qualche pausa con capolavoro nuocerebbe? E l’ora d’aria? Dalla finestra vedo file e file di balconi e persino di terrazze deserte. Ogni tanto appare uno spettro con sigaretta in bocca o cellulare all’orecchio, due minuti e la casa di nuovo lo inghiotte. Persino nelle tiepide ore di sole, nessuna sedia fuori per i pallidi milanesini; non possono, con cuffia musicale, starsene un poco lì? Anche il balcone è aria aperta, no? Solo uno l’ho visto armeggiare con un po’ di terra, innaffiare…

Lezioni di giardinagg­io ora o mai più. Anche il sole di Milano un poco disimpalli­disce, provate. Mentre scrivo circola un bel video (oggi già vecchio): una ragazza si trucca, si profuma, giacca a vento e sciarpa, ma dove stai andando chiede la madre allarmata, a fare un giro in cucina. Meglio sul balcone.

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