QUANTI ANTIBIOTICI FINISCONO NEI FIUMI?
Uno dice: «Danubio» e subito vengono in mente le note del più famoso valzer del mondo: «Sul bel Danubio blu» di Johann Strauss. Questo brano dedicato al corso d’acqua che bagna Vienna nacque 154 anni fa e oggi una notizia ci costringe a prendere atto della morte dell’aggettivo che l’accompagna: «bel». Infatti il Danubio risulta essere il fiume più contaminato d’Europa. È, anzi, malato grave, vittima di una valanga di antibiotici, sette addirittura, tra i quali la claritromicina, che gli umani usano per combattere polmoniti e bronchiti. Del resto, stando a uno studio dell’Università di York, tutti i fiumi del mondo sono malati. In Italia un monitoraggio di cinque anni fa accertò presenze, diciamo così, farmaceutiche nel Po,nel Lambro e nell’Adda. Ma come finiscono gli antibiotici nei fiumi di tutto il mondo? Una parte proviene dagli allevamenti, un’altra direttamente dai residui delle industrie farmaceutiche e ancora da un trattamento non ottimale delle acque reflue. Spesso le concentrazioni sono altissime e fuori controllo. Un altro fiume famoso, il Tamigi, è contaminato da cinque diversi antimicrobici, e fra questi la ciprofloxacina. Siamo di fronte a un vero e proprio avvelenamento dei corsi d’acqua a Est e a Ovest del mondo. E perciò l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) continua a gridare, che se non si interviene ora nel 2050 le infezioni potrebbero uccidere dieci milioni di esseri umani. Un’ecatombe.