L’«antivirus» dei giochi alla milanese
Dalla rievocazione delle Cinque Giornate contro Radetzky al Monopoli dei «danée» Giri dell’oca e pedine da Fuorisalone, la riscoperta delle sfide al tavolo in famiglia
Su un primo tavolo, i concorrenti-patrioti s’insinuano oltre le mura spagnole in un Risiko complesso che li porterà a sfidare il generale «Radetzky», titolo del gioco. I mitici carroarmatini del famoso wargame da tavola sono sostituiti da austrungarici cubetti neri: la battaglia è una morra cinese fatta di spade, colpi di cannone e mappe carbonare al posto dei più classici pugno, forbici e carta. Si fa la storia all’ombra della Porta Tosa, che con la vittoria diventerà piazza delle Cinque Giornate. Su un’altra tavola, girano i danée di un Monopoli alla meneghina. Invece degli alberghi si costruiscono pavé e vedovelle, teatri e redazioni di giornali. Coworking e case di ringhiera. Emittenti radio e grattacieli. Sushi bar e circoli Arci. Niente stazioni, gli affari si fanno tra gli ultrà delle Curve di Milan e Inter. La «via dei Giardini» ovviamente è Montenapo, le carte degli imprevisti sono le «Piutost che nient l’è mei piutost», colme di proverbi in dialetto. Come da stereotipo da Milanese imbruttito, o da sindaco-mister Expo, vince chi fattura. E gli altri finiscono «come giargiana a fare i selfie con i piccioni in Duomo». L’ultima, sofisticata partita dura un’intera «settimana», quella del Design. Ci si muove tra installazioni, distretti e luoghi simbolo, dai grandi classici dell’aperitivo (il Bar Basso) alle zone Brera, Tortona e Ventura. Tra il Superstudio e l’Opificio fino ai nuovi ritrovi Fondazione Prada, Megawatt e Magazzini raccordati. Lo scopo è arrivare in tempo alle «location» per la gran festa del Fuorisalone.
Tempo di starsene chiusi in casa, per alleggerire tensioni e psicosi ci sono i giochi in scatola ispirati alla città o alla sua storia. Seconda generazione di una serie, da «Milano» al «Gioco dell’oca di Milano», oggi reperibili solo sul mercato dell’usato o nelle ludoteche per fan. Come la casa del Gioco, tra le più grandi d’Europa in Forze Armate, anch’essa costretta alla serrata. «Impossibile tenere le distanze e rispettare gli orari» spiega Luigi Iorno, titolare dell’attività aperta dal 1984 e con oltre mille titoli. «Ma con la fantasia si può giocare anche con niente». L’ecommerce racconta di un boom, soprattutto in giorni di virus, confermato dalle vetrine tradizionali. «Anche se può sembrare un paradosso — spiega Alberto Ferraresi di Excalibur games (via Melloni) — tra i giochi più richiesti c’è Pandemic, a. C’è stato un aumento di chiamate, così abbiamo predisposto consigli telefonici e consegne a domicilio». Tra i clienti dei negozi, c’è Valentina Castellani, un pr che prima dell’ulteriore stretta organizzava sfide in casa, «rigorosamente a un metro di distanza».
La passione può diventare un mestiere. Così un assicuratore di Genova, Luigi Corvaglia, con i suoi soci, è diventato l’editore Demoelâ (Radetzky e Gran Milan). «Nelle ultime settimane riceviamo grandi ringraziamenti, è bello sapere di essere utili in un momento tanto difficile».
La ludoteca Abbiamo oltre mille titoli, tra classici e novità Anche se in 35 anni di attività ho imparato che se c’è la fantasia si può giocare anche con niente
Luigi Iorno