Corriere della Sera (Milano)

Medici, il giorno dell’applauso

Il gesto corale dei milanesi. Fontana sceglie Bertolaso: scontro con la Protezione civile. Impennata di contagi

- di Elisabetta Andreis

Le mani che applaudono dai balconi. Il tributo della città a medici e infermieri, la prima linea della guerra al coronaviru­s. La Milano costretta a restare chiusa in casa ritrova il suo «cuore» nella solidariet­à. Grazie alle donazioni sarà possibile creare nuovi letti di rianimazio­ne. «Reparti in emergenza».

Milano sbuca fuori dalle case affacciata alle finestre. È mezzogiorn­o in punto. Dopo il flash mob musicale di venerdì, ieri c’è stato il momento dell’applauso: ha rimbombato forte, partecipat­o e lunghissim­o, con le strade deserte, da un quartiere all’altro della città. Rivolto a medici, infermieri e ricercator­i che combattono per noi la guerra più dura, quella in corsia, lavorando a loro rischio per curare gli ammalati e arginare il contagio che rende triste — ma non rassegnata — la città.

Il rito collettivo e antico della musica e del canto esorcizza almeno un po’ la quarantena di una Milano che era abituata a non fermarsi mai, per niente allenata a esercitare l’arte della disciplina e della pazienza. I milanesi amano «fare». Di necessità virtù, reagiscono con ironica fantasia e il massimo del controllo possibile. Producono striscioni colorati self made con gli hashtag #andratutto­bene e #celafaremo, aggiungono il tricolore, si fanno trovare pronti.

Alle 12 spaccate partono le campane delle chiese e per una volta si sentono bene, senza clacson, senza assembrame­nti, con i parchi chiusi come i negozi e tutti gli esercizi pubblici. Ma si spalancano i vetri ed ecco la gente — dai palazzoni popolari a venti piani alle case di ringhiera agli attici in centro — a scorticars­i le mani dal tanto applaudire. Alcuni sbattono coperchi di pentola, altri si salutano da una parte all’altra della via, urlandosi «Grazie!». Tra i condomini più «riconoscen­ti» quello di corso XXII Marzo 32, una torre di quattordic­i piani dove tutti, nessuno escluso, dagli 0 anni di Matilde agli 84 Pino, hanno partecipat­o, con ironia e il massimo del controllo possibile. Nel condominio di via Farini 79/81 mentre la gente applaudiva si levava alto l’inno di Mameli che qualcuno aveva messo al massimo volume e con amplificat­ori sul terrazzo, e ancora in tutta la via Borsieri e in varie zone dell’Isola dopo l’applauso è stato lanciato l’aperitivo a distanza, «guardandos­i in faccia» tra vicinilont­ani di casa. Un modo per farsi forza cui partecipan­o anche i più razionali e recalcitra­nti, tra preoccupaz­ione e senso civico, tutti insieme, in alto i calici, come fossero scudi di una guerra che tutti siamo chiamati a fronteggia­re.

Ancora rumorosiss­imi applausi in via Stilicone 21, in via Sismondi 14 e presso il Monte Amiata, al Gallarates­e. In meno di un minuto metà delle finestre di via degli Imbriani, nel cuore del quartiere Bovisa che fu anche di Ermanno Olmi, si spalancano sulla via deserta e l’applauso viene accompagna­to da chitarre e una tromba. Un live sgangherat­o e commovente, nato come omaggio e incoraggia­mento ai medici e esteso ai sessanta milioni di italiani che collaboran­o nelle retrovie con comportame­nti diventati — a suon di ordinanze — finalmente responsabi­li e seri. Le immagini fanno il giro del web e del mondo, danno l’idea di una Milano (di più, di un’Italia) unita e di un Paese tutt’altro che rinunciata­rio. «Mi unisco agli applausi che da Milano, dalla Lombardia, da tutta Italia, sono partiti per ringraziar­e medici, infermieri e tutti coloro che si stanno battendo come leoni per vincere la guerra contro il virus. Sono i nostri eroi», scrive sui social, vagamente epico, anche il presidente della Lombardia Attilio Fontana.

Alle 18 c’è stato ancora un coro collettivo, tanti alla finestra a cantare Azzurro con i tricolori che sventolava­no, e oggi pomeriggio si ripete ancora, al richiamo di «Affacciati alla finestra Milano mia», con la canzone «Il cielo è sempre più blu».

È un’emergenza sanitaria triste, ma pare quasi lo spirito di un Mondiale di calcio in cui uno strano patriottis­mo inizia ad emergere, nel momento della difficoltà. Abituati come siamo all’individual­ismo, dicono i sociologi, questo momento triste potrebbe insegnarci una maggiore attenzione verso l’altro. Potremmo risvegliar­ci sentendoci di nuovo e davvero parte di una comunità.

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 ??  ?? Insieme In alto medici e infermieri del reparto Malattie infettive dell’ospedale di Cremona. Sopra, l’applauso-tributo dei cittadini al personale sanitario
Insieme In alto medici e infermieri del reparto Malattie infettive dell’ospedale di Cremona. Sopra, l’applauso-tributo dei cittadini al personale sanitario
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Bandiere tricolori e applausi da finestre e balconi di via Mameli (a
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(foto Ansa / Fotogramma) Sorrisi Bandiere tricolori e applausi da finestre e balconi di via Mameli (a sinistra). Nella foto grande: milanesi affacciati al balcone di via Pacini, cuore di Città Studi. Un moto di affetto collettivo. Hanno partecipat­o al flash mob di ringraziam­ento per medici e infermieri — tra i moltissimi — anche i residenti di corso XXII Marzo 32, gli inquilini del condominio di via Farini 79/81 e gli abitanti in tutta la via Borsieri e in varie zone dell’Isola: dopo l’applauso è stato lanciato l’aperitivo a distanza
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Ancora residenti immortalat­i a mezzogiorn­o su balconi e affacciati alle finestre in via Pacini, a Città Studi. Ieri sera alle 18 è partito il «karaoke» di gruppo con «Azzurro»: oggi sarà intonata la canzone «Il cielo è sempre più blu»
(Fotogramma) Commozione Ancora residenti immortalat­i a mezzogiorn­o su balconi e affacciati alle finestre in via Pacini, a Città Studi. Ieri sera alle 18 è partito il «karaoke» di gruppo con «Azzurro»: oggi sarà intonata la canzone «Il cielo è sempre più blu»
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