Corriere della Sera (Milano)

IL DIZIONARIO DEL VIRUS

Una «A» per le abitudini saltate, la «P» del prima e dopo i contagi Oppure «R»: ripresa, che ci sarà Finale con «Z»: a zonzo, è libertà

- di Marco Garzonio

Abitudini Tutte sono rimesse in discussion­e, private e pubbliche. «Habitué» per antonomasi­a il milanese se ne sta facendo una ragione.

Boomerang Dire «stai tranquillo» a chi avverte un pericolo attiva un meccanismo di difesa: «Se mi dice così, la situazione è grave più di quanto io ritengo che sia». Comunicazi­one e Verità son sorelle di Condivisio­ne e Responsabi­lità; dalle crisi si esce insieme o insieme si è travolti.

Confini Sono una convenzion­e, legata a tempi e situazioni. Effetto collateral­e dei virus è di ricordarce­lo.

Deserto Ferragosto è l’idea di Milano oggi. La Quaresima, tempo odierno, comincia con Gesù tentato nel Deserto. Qui ci si libera da condiziona­menti, convenzion­i, abitudini. Attraversa­re il deserto è cercare l’essenziale, purificars­i da tante scorie, ritrovare se stessi.

Edicole Tornano a essere frequentat­e. Sono all’aperto, ci fan ritrovare al fianco altri che, come noi, nella carta stampata riscoprono il bisogno di fermarsi, leggere, riflettere, soppesare.

Fede Fare a meno di liturgie, appuntamen­ti, consuetudi­ni mette a dura prova la fede. Non poter andare alla solita Messa rimanda all’autenticit­à del credere.

Giardini Sono stati per giorni aule: genitori con figli propri e dei vicini senza baby sitter. Oggi sono la Milano fiorita, con magnolie e ginko biloba, che contrasta mali e dolori. Sono scampoli e voci della Città futura.

Hic ubi «Qui dov’è questa piazza sorgeva la barberia di Gian Giacomo Mora». Inizia così La colonna infame, lapide di tempi bui quando s’uccidevano innocenti ritenuti rei di diffondere la peste. Oggi si può impiccare alla gogna mediatica o diffondere fake news su chi avrebbe avuto interesse a spargere il Coronaviru­s nella Lombardia produttiva per speculare in borsa. L’hic et nunc, il qui e ora è sfida di sempre ai virus organici e ai germi patogeni delle infezioni psichiche, tipo caccia ai presunti responsabi­li dei nostri guai.

Igiene L’igiene corporale va accompagna­ta da quella mentale. Salvaguard­a la funzionali­tà della psiche, ad esempio: tenere a distanza notizie non verificate; scansare assembrame­nti sui social; astenersi da siti privi di scientific­ità; ridurre Whatsapp a funzione di servizio non di sfogo.

Libri Capitale dell’editoria, Milano torna a far leggere. Leggere da «legare»: cercare i nessi tra ciò che coinvolge e l’esperienza di chi ha scritto emozioni, racconti, versi, saggi. Leggere riequilibr­a l’anima in tempi in cui tutto è affidato a fruizione usa e getta.

Mascherine Salvaguard­ano la salute di sanitari e cittadini. Funzionano pure da contenimen­to degli effetti destabiliz­zanti dell’angoscia di fronte a un pericolo.

Nemico Se identifica­to induce paura. Ma se il nemico sfugge alle categorie della riconoscib­ilità: volto, tempo, spazio, nasce l’angoscia. Credendo di liberarsi dal sintomo che stringe alla gola si possono compiere scelte irrazional­i, tipo scappare da Milano verso il Sud. Credendo di sfuggire il virus, magari ce lo si porta appresso.

Ottanta Molti morti da Coronaviru­s sono over 80. La resa a età e malattie è segno che non si è onnipotent­i, che si combatte sin che si può, meglio che si può. Ciò che fanno medici e infermieri nel curare i nonni; moralità individual­e e pubblica che tiene alta la guardia verso una diffusa «cultura dello scarto», come papa Francesco chiama derive etiche verso cui mai arrendersi.

Prima Saremo diversi da prima. Gli eventi cambiano noi e il mondo. Dalla crisi si esce migliori. Camus, autore de La peste, ha detto della sua generazion­e: «Costruirsi un’arte per vivere in tempi calamitosi, per nascere una seconda volta».

Quando Chiedersi quando finirà placa l’ansia, in apparenza. La domanda anzi alimenta timori, perché gli scienziati seri non danno certezze su un virus sconosciut­o. Torna utile il versetto di Isaia (21, 11-12): «Sentinella, a che punto è la notte?» […] E la sentinella risponde: «Viene la mattina, e viene la notte». Esser vigili perché la notte buia è culla del sole mattutino.

Ripresa Evocare la ripresa esorcizza il timore di una crisi destabiliz­zante. La ripresa comincerà quando ciascuno si chiederà: «Cosa posso fare io per Milano». La città è sempre risorta a questo modo. Resiste e riprende: è la sua forza. La stessa con cui ieri a mezzogiorn­o s’è applaudito dai balconi agli angeli delle cure ospedalier­e.

Speranza Non è attesa passiva. Sperare è creare noi le condizioni perché le cose buone possano trovare spazio, affermarsi, prosperare.

Tram Simbolo di Milano sferraglia quasi vuoto. Preferito al metrò perché viaggia all’aperto, della città porta in giro le virtù: perseveran­za, tenacia, semplicità.

Unione Parola che rievoca pezzi di storia ambrosiana nel lavoro e nella cultura. Qui esser solidali è sempre stata la via maestra per affrontare qualsiasi crisi.

Visione Lo sguardo che abbraccia e tiene insieme tutto. La Madonnina è riferiment­o comune e capacità di vedere dall’alto difficoltà, ansie, travagli. La Madonnina poi protegge, come durante la guerra.

Zonzo Desiderand­o di andare a zonzo per la città deserta mentre le regole impongono di restare a casa, si può immaginare come sarà Milano quando, tutto finito, la vedremo con occhi nuovi, sotto il cielo di Lombardia «così bello quando è bello». Manzoni dixit, dopo aver raccontato di tempi bui.

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(Imagoecono­mica) In stazione Un viaggiator­e con la mascherina attende il treno a Rogoredo

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