Cuore e testa La città ce la farà
Milano attenta alle regole, «ce la farà». I fattorini da tutelare: due temi delle lettere sul virus.
Milano alla prova, è la settimana più critica. Per evitare il boom dei contagi bisogna stringere la cinghia, stare in casa e non lasciarsi tentare dal sole nel parco: facciamo finta che la primavera sia rimandata. Agli elogi del civismo i lettori (dal balcone) fanno seguire le critiche all’incosciente disinvoltura di molti che sottovalutano l’emergenza. Adesso bisogna avere paura, poi si tornerà a correre.
Cuore e testa
Milano ce la farà
Caro Schiavi, nel cruccio e nell’accidia forzata di una Milano blindata per sprangare le porte ad un nemico invisibile quanto insidioso e potenzialmente letale, la Meneghina (Associazione culturale Biblioteca famiglia meneghina società del giardino) custode, da quasi cent’anni della memoria storica di Milano, sente la necessità di esprimere ai cittadini milanesi autoctoni e provenienti da tutte le parti del mondo solidarietà, speranza e augurio.
Per questo non può che apprezzare la saggezza e l’impegno delle autorità, l’abnegazione degli operatori sanitari, dei moltissimi volontari, e di chi ha manifestato, secondo una tradizione mai smentita, la propria solidarietà e generosità Cittadini milanesi teniamo duro con consapevolezza: cont el coeur in man ma soprattutto cont el coo desedaa (con la testa sveglia).
Edoardo Teodoro Brioschi
Il bello di Milano sono i milanesi. Ce la faremo.
Con la mascherina
Ogni precauzione serve
Se il portatore del virus avesse una mascherina le possibilità di contagio diminuirebbe di molto. Ma chi sono i portatori? Dobbiamo comportarci, nel dubbio, come se fossimo tutti portatori. Usiamo la mascherina, come fanno in Cina. Stanno contenendo l’infezione quindi prendiamo esempio da loro. Portiamola sempre quando usciamo per non infettare gli altri.
Ezio Basilico
Ogni precauzione è utile. Ma prima di tutto, mascherine, guanti e disinfettanti vanno garantiti agli operatori sanitari e a tutti gli addetti ai servizi pubblici. Noi dobbiamo restare a casa, evitare contatti, lasciare le scarpe sull’uscio. Se c’è anche la mascherina, meglio.
Passeggiata con il cane
Restiamo educati
Non ho ancora ben capito se, non avendo un cane, posso portare a spasso (senza assembramenti) me stesso. Certo è che la libertà espressamente consentita ai padroni (pardon, custodi) dei cani (pardon, amici quadrupedi) si sta trasformando in libertà di escremento (fermarsi a raccogliere potrebbe essere pericoloso). Carlo A. Piria
In momenti come questi aiuta il caro e vecchio buon senso. Educazione e rispetto.
Fra i corrieri
Protezioni inadeguate
Lavoro come driver presso un grosso corriere internazionale, tra driver, impiegati, addetti allo scarico siamo circa 150 persone, rientriamo nella categoria «indispensabili». Siamo in un grosso magazzino dall’inizio di questa pandemia, non sono stati fatti controlli, ci hanno dato mascherine e guanti di misura inadeguata, come tanti colleghi alle dipendenze di altri corrieri, ci sentiamo carne da macello.
Però devo dire che una cosa ci aiuta: la solidarietà espressa dai nostri clienti. Da giovedì sono a casa, vorrei tornare al lavoro. Ma confesso che ho paura.
Nicola S.
Tante persone sono state esposte a rischi esagerati. Esiste la paura e anche il coraggio di avere paura.
La spesa
Non esagerate
Per favore fate la spesa due o una volta alla settimana. Sembra che ci manchi il cibo…
Non siamo in guerra, è solo un periodo triste per tutti. E poi già siamo segregati in casa, se mangiamo tutto quello che compriamo mettiamo su chili e ci facciamo piu male del coronavirus.
Luca Valieri
Suggeriamo lo slogan: meno chili per tutti. Ma gli effetti di questo virus purtroppo sono da guerra.
Scarp de’ tenis
Il numero è online
In queste lettere si è parlato spesso degli ultimi, dei barbun come li cantava Jannacci. Per gli «invisibili» con il coronavirus è ancora più dura tirare avanti. Dirigo Scarp de’ tenis, il progetto editoriale sostenuto da Caritas Ambrosiana che dà lavoro, solo nella nostra regione a più di 50 persone, in gran parte homeless. Il giornale viene per sua natura venduto per strada ma soprattutto nelle parrocchie, al termine delle Messe.
I decreti, le ordinanze e il senso di responsabilità impediscono ai nostri venditori di poter proporre l’acquisto del giornale. La vendita, e il reddito che ne deriva, per molti di loro è l’unica entrata. Per questo motivo abbiamo messo in vendita online e in forma digitale il numero di marzo sul nostro canale www.social-shop.it . In tantissimi hanno già risposto e manifestato il loro sostegno. Non ci scoraggiamo, anche nelle difficoltà.