Un ticket per salvare aironi e colibrì
Biglietti fino al 2021 a sostegno dell’Oasi di Sant’Alessio e dei suoi animali a rischio
Visti i tempi, si può dire che i ticket li hanno presi sulla fiducia. Perché con le scuole chiuse, le gite cancellate e l’emergenza coronavirus decine di specie animali e il polmone verde che li accoglie sono in pericolo. I mille esemplari di un centinaio di diverse specie che vivono nell’oasi di Sant’Alessio, area naturale protetta attorno al castello medievale di Sant’Alessio con Vialone, in provincia di Pavia. Così è nata l’iniziativa a parco chiuso, per salvare dall’estinzione anche la cassa. L’iniziativa si chiama «Sostieniloasi»: acquistando ora il biglietto valido per un anno, si consente di continuare a portare avanti i progetti per le specie a rischio estinzione.
Scuole chiuse, gite cancellate e ingressi vietati. L’emergenza coronavirus sta mettendo in serio pericolo decine di specie animali ed il polmone verde che li accoglie. La richiesta di aiuto arriva dall’Oasi di Sant’Alessio, area naturale protetta sviluppata attorno al castello medievale di Sant’Alessio con Vialone, in provincia di Pavia, in cui vivono più di mille esemplari di 100 diverse specie tra mammiferi, uccelli e rettili, molti di questi in pericolo di estinzione. Alla riapertura del parco dopo la sosta invernale, è scoppiata l’epideranno. mia che ha costretto tutti alla clausura forzata, un macigno per le casse del Oasi che sta esaurendo le esigue riserve. Il parco è meta di centinaia di scolaresche provenienti da tutta la Lombardia, ma anche da fuori regione. Nei fine settimana, poi, con l’arrivo della primavera e la voglia di stare a contatto con la natura, i visitatori si moltiplicano. Non adesso: gli ingressi sono sbarrati, ma animali, radure, paludi e serre vanno costantemente mantenute. Per farlo servono entrate, che ora non ci sono:«Le scuole sono importanti per noi, rappresentano un terzo delle visite annuali — spiega Harry Salamon, direttore dell’Oasi di Sant’Alessio —. Per questo abbiamo lanciato l’iniziativa #sostieniloasi: acquistando ora il biglietto valido per un anno, ci consentirete di continuare a portare avanti i nostri progetti per le specie a rischio estinzione».
Oggi la situazione è difficile, ma i progetti di respiro internazionale e di salvaguardia dell’ambiente, non si fermeL’Oasi, inaugurata nel 1973 da Harry e Antonia Salamon, mossi dal desiderio di creare un allevamento di specie in pericolo per ripopolarne la natura, è stata la prima in Italia ad applicare i metodi messi a punto alla Cornell University di New York, e a riprodurre il falco pellegrino, liberandone, con la collaborazione della Lipu, alcuni esemplari, e la prima al mondo a riprodurre in cattività il martin pescatore. Al centro della piana padana ci si trova ad ammirare i colibrì dell’Ecuador e le farfalle dell’Australia e del Costa Rica. Talvolta, invece, sembra di essere in Africa, con lo spettacolo delle grandi paludi e i duemila aironi che le popolano. La meraviglia però ha un costo: «I nostri
keeper e veterinari sono sempre al lavoro in tutte le stagioni. Per mantenere l’intero parco e i collaboratori occorrono oltre 20 mila euro al mese. Non intendiamo mollare, e chiediamo a tutti un piccolo aiuto per salvare l’oasi e i suoi splendidi abitanti».