Un tablet in regalo e il sollievo di Safaa: «Temevo di perdere le lezioni digitali»
«Avevo paura di non potere studiare. Con le scuole chiuse a causa del coronavirus sognavo di notte che i miei compagni mi lasciavano indietro, che loro seguivano le lezioni a distanza e io no perché a casa non avevamo il computer. Ma all’ultimo minuto ce l’hanno regalato». Tira un sospiro di sollievo Safaa. Ha solo 13 anni, è la maggiore di tre fratelli e a giugno (o quando sarà...) deve sostenere l’esame di terza media all’Ics Locatelli Quasimodo. Ha ricevuto uno dei cinquanta laptop con tanto di scheda telefonica per connettersi a internet che la Fondazione Mission Bambini ha donato a famiglie che ne avevano bisogno nei quartieri Comasina, Affori, Niguarda, Bruzzano e Senigallia. Pronti e in arrivo altri 150: sostegno indispensabile per tanti adesso che sono chiusi, oltre alle scuole, anche i centri di aiuto allo studio, come quello delle Marcelline frequentato da Safaa. La ragazzina prende di nuovo la parola: «Una mia compagna di classe egiziana non ha il computer e non può seguire le lezioni — spiega —. Le maestre le fanno avere il materiale stampato ma non è la stessa cosa. Vorrei lanciare l’appello per lei: senza il pc resterà isolata». Ognuno fa quello che può e la Fondazione anche di più. Sono grati il papà Abdul, parrucchiere, la mamma Souad, sarta e mediatrice culturale volontaria con genitori arabi appena arrivati a Milano.
Safaa per carattere si preoccupa per gli altri, si vede: «Mia sorella piccola va all’asilo ma l’altra, Manar, ha 9 anni. Perché nella sua classe non organizzano niente al computer? Mi mancano i miei amici, vederli sullo schermo è meglio che niente, sono più fortunata». Non deve essere facile neanche per i bambini, questa situazione. «Ce la faremo — taglia però corto lei, con la semplicità dei suoi 13 anni —. Tanto non c’è scelta».
La svolta Avevo gli incubi, temevo di restare indietro Lancio un appello per altri ragazzi che possono fare solo compiti cartacei