Test della febbre al market
I divieti dopo un altro giorno choc: 546 morti in Lombardia, su la curva milanese. Sala: un disastro se cede la città
Estremo giro di vite. La Regione Lombardia firma un’ordinanza che fissa nuovi divieti e regole da seguire fino al 15 aprile per cercare di limitare la diffusione del contagio «perché la situazione in Lombardia — spiega il governatore Attilio Fontana — non migliora, anzi sta peggiorando». Da oggi sarà vietato fare sport all’aperto anche singolarmente. Supermercati e farmacie restano aperte ma la raccomandazione ai gestori e ai titolari è di controllare la temperatura di chi entra. Limiti anche per le attività produttive non essenziali, chiusura dei mercati e sospensione dei cantieri edili. Il sindaco Sala lancia un appello. «Bisogna resistere». Milano resta la «linea del Piave» perché se l’infezione dovesse circolare liberamente in un’area popolata da un milione e 400 mila abitanti, la sanità pubblica esploderebbe come una bolla di sapone.
Chiusura delle attività produttive non essenziali, divieto di assembramento nei luoghi pubblici pena una sanzione da cinquemila euro. E ancora: sospensione delle attività artigianali non legate alle emergenze, dei mercati scoperti, dei servizi alla persona, la chiusura degli studi professionali non legati ai servizi indifferibili, delle attività recettive con gli ospiti che dovranno lasciare la struttura nel giro di 72 ore. C’è anche il fermo dell’attività dei cantieri edili, la chiusura dei distributori automatici di bevande e cibi. Il divieto di fare sport all’aperto anche singolarmente. È il contenuto della nuova ordinanza firmata dal governatore lombardo Attilio Fontana e condivisa con gli altri sindaci lombardi che entra in vigore oggi. Restano aperti supermercati, farmacie e edicole. La raccomandazione per supermercati, farmacie, luoghi di lavoro, strutture sanitarie e ospedaliere, è quella di controllare la temperatura di chi entra.
Nuovo e estremo giro di vite in Lombardia, «perché — dice il governatore lombardo Attilio Fontana — la situazione non migliora, anzi continua a peggiorare». Nel giorno dei nuovi divieti si fa ancora più pressante l’appello del sindaco Beppe Sala ai milanesi: «Bisogna resistere». Come ci trovassimo in un campo di battaglia e Milano fosse il baluardo da difendere a tutti i costi. Non perché la città sia privilegiata rispetto agli altri territori ma perché se il contagio dovesse muoversi libero in un’area popolata da un milione 400 mila abitanti, il sistema sanitario esploderebbe come una bolla di sapone. Sala usa parole rese celebri da Saverio Borrelli nel 2002. Nel suo ultimo discorso da procuratore capo della Repubblica, Borrelli ripetè la parola tre volte: resistere, resistere, resistere. Se allora la «linea del Piave» era l’indipendenza dei giudici dalla politica, oggi la «diga» è la salute pubblica e i comportamenti da tenere per garantirla. «Oggi siamo chiamati a resistere — dice il sindaco nel suo consueto video ai milanesi — perché Milano non è ancora stata toccata dalla diffusione del virus come altre città lombarde e non lo può essere, per la nostra salute, per i nostri cari, ma anche perché immaginate il crollo di una città da 1 milione e 400 mila abitanti cosa produrrebbe sul sistema sanitario. Sarebbe un disastro». Sala chiama tutti i cittadini alla «re
Fontana Non si vedono miglioramenti, anzi la situazione continua a peggiorare
Sala
La città è il baluardo da difendere a tutti i costi Se il virus si diffonde qui il sistema sanitario esplode