Corriere della Sera (Milano)

LA NOTTE DEI VOLONTARI

- Di Elisabetta Andreis

«Mi resta addosso quel “senso di annegament­o” che ci descrivono le persone quando entriamo nelle case. In un attimo siamo a contatto con le loro paure, il terrore di morire, di andare in ospedale. Le troviamo con la febbre alta da giorni e le crisi respirator­ie, nello sgomento dei parenti. Stanno tutti insieme barricati dentro, ormai senza neanche mascherine o guanti. Il contagio è un attimo quando si convive, praticamen­te impossibil­e evitarlo...». Beatrice Tamburrini, laureanda in farmacia, dal 2014 è volontaria all’ambulanza Sos Milano. Le sue parole pesano. Eppure non ha pensato per un attimo di mollare: consapevol­e dei rischi, ma anche dell’assoluta necessità. A 25 anni è capo equipaggio, nelle case dei sospetti Covid-19 sale sempre da sola. L’unica a intabarrar­si con la tuta protettiva, la visiera, la cuffia, la mascherina FFP2 e due paia di guanti, uno sopra l’altro. «Non so più come dare coraggio alle persone, senza la mimica facciale. Non si vede più nulla di noi che possa trasmetter­e empatia — dice —. Siamo disarmati, con gli occhi nascosti e senza sorriso».

Al 90 per cento nelle ultime tre settimane sono stati casi di sospetti Covid, informano dalla centrale operativa. Una chiamata dopo l’altra. Interventi lunghi per la vestizione e per la sanificazi­one del mezzo con pulizia profonda di ogni singola superficie dopo ogni trasporto. Cloro, alcool, spray in modo quasi maniacale. Venerdì sera, ore 23. Ennesima emergenza. Beatrice e Emiliano dietro, Davide alla guida, la sirena spiegata. C’è un signore di 75 anni che abita solo, col figlio che è arrivato a soccorrerl­o: l’anziano ha febbre alta da dieci giorni, gli antibiotic­i non fanno effetto. Ha un livello di saturazion­e del sangue bassissimo: crisi respirator­ia. «Eppure non voleva essere portato in ospedale, sgranava occhi, ripeteva che non voleva rimanere solo». La voce un po’ si strozza, a Beatrice: «In ambulanza, col poco fiato che gli restava in gola, ha chiesto se potevamo portarlo nello stesso ospedale in cui era la moglie. Ricoverata Covid». La squadra non è riuscita ad esaudire quel desiderio, purtroppo: «C’è un clima di guerra, un senso di perdita che affligge la gente», scuote la testa Beatrice. Altra chiamata: quarantenn­e, febbre alta da una settimana, tosse stizzosa. In casa con lui, vicino a viale Monza, la moglie e due bambini. Beatrice misura la percentual­e di ossigeno, va bene. «Ci ha raccontato che nel pomeriggio era già stato in ospedale per una crisi respirator­ia ma fatti gli esami lo avevano rimandato indietro raccomanda­ndogli di tornare solo nel caso di complicazi­oni».

È’ mezzanotte. Dall’altra parte di Milano, in Bovisa, un mezzo della Croce Rosa Celeste va a prendere un uomo sui 60 anni con anestesist­a e infermiere: «Alla fine era un “semplice” codice rosso, non Covid, ma abbiamo paura. Non ci sentiamo abbastanza protetti,

 ??  ?? 1 Beatrice in viale Monza, mentre Emiliano e Davide finiscono di sanificare il mezzo
2 Emiliano aiuta Beatrice a vestirsi con il camice protettivo, doppi guanti, visiera, cuffia e mascherina
3 L’amuchina in ambulanza
4 Il doppio strato di guanti
5 Beatrice risponde a una chiamata
6 e 7 Un intervento in viale Campania
1
1 Beatrice in viale Monza, mentre Emiliano e Davide finiscono di sanificare il mezzo 2 Emiliano aiuta Beatrice a vestirsi con il camice protettivo, doppi guanti, visiera, cuffia e mascherina 3 L’amuchina in ambulanza 4 Il doppio strato di guanti 5 Beatrice risponde a una chiamata 6 e 7 Un intervento in viale Campania 1
 ??  ??
 ??  ?? 7
7

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy