Frena il contagio, più posti letto
Milano, la curva rallenta. San Raffaele operativo, in Fiera arrivano 220 ventilatori. Divieti, vince la linea lombarda
Lo spiraglio arriva dai numeri. Quelli dei contagi, in aumento anche se con un trend in calo, e quello dei ricoverati: meno 173 rispetto a domenica. Segno, come dice l’assessore Gallera, che «c’è luce in fondo al tunnel». La speranza è legata anche ai posti negli ospedali: la Fiera avanza, e arrivano 220 ventilatori.
Ordinanza regionale contro decreto della presidenza del Consiglio dei ministri. Un pasticcio normativo in piena regola su cui nessuno ha interesse a scatenare un vero conflitto istituzionale, ma che genera comunque confusione e apre enormi crepe nella già complicata gestione della mobilità e delle attività nel territorio epicentro dell’epidemia.
«Ho inviato una nota formale al ministro dell’Interno Lamorgese, con cui ho avuto anche una telefonata prima dell’invio, nella quale chiedo che il ministero esprima il suo parere se si debba applicare l’ordinanza della Regione o il Dpcm — ha detto ieri mattina il governatore lombardo Attilio Fontana —. Il nostro ufficio legale e i giuristi che abbiamo consultato ci dicono che deve prevalere la nostra ordinanza, ma abbiamo chiesto al ministro perché in questo momento non si deve creare alcun conflitto». In tempi normali si sarebbe probabilmente aperta una contesa in punta di diritto e a colpi d’ascia politica, ma adesso le priorità sono altre. Così dal Viminale filtra, in serata, il sostanziale via libera alla linea più dura voluta della Regione. Una pace dettata dai tempi di guerra, dal nemico virale che è ancora tutto da sconfiggere.
Le differenze
Il testo di Palazzo Chigi e quello di Palazzo Lombardia non sono del tutto sovrapponibili. Secondo un tira e molla rituale dall’inizio della crisi Covid19, la Regione chiede misure drastiche e il governo risponde con un pacchetto un po’ più tenue. Nell’ordinanza della Lombardia, presentata sabato e varata formalmente domenica, si prescrive, per esempio, la chiusura degli alberghi e di tutte le strutture ricettive, salvo specifiche ed esplicite deroghe per l’eventuale ospitalità di persone in quarantena. Chiusura completa, poi, di tutti gli studi professionali: avvocati, commercialisti, architetti, notai. Salvo la necessità di depositare atti indifferibili o legati a scadenze.
È previsto lo stop anche alle attività degli uffici pubblici e a quelle dei cantieri — un punto sul quale il presidente Attilio Fontana insiste molto, in forza di un accordo con gli stessi costruttori — con parziali eccezioni per i lavori autostradali, ferroviari o legati a emergenze. Più esplicito, nel documento della Regione, anche l’obbligo di dimora presso la propria residenza o nel domicilio abituale. Infine, l’ordinanza di Palazzo Lombardia prevede multe piuttosto salate (5 mila euro) in caso di assembramenti dovuti al mancato rispetto delle disposizioni.
Secondo una prima stima, in tutta la regione sono oltre 155 mila (il 38,8 per cento) le attività considerate «essenziali» e dunque rimaste aperte. A Bergamo e Brescia la percentuale di quelle chiuse raggiunge invece il 65% delle imprese osservate, un valore leggermente più alto della media regionale e nazionale. Che le città e le strade siano però deserte lo testimoniano le simulazioni condotte dalla Regione sulle celle telefoniche. «Ieri avevamo una mobilità del 26 per cento la scorsa settimana era del 34», ha raccontato il vicepresidente della Lombardia, Fabrizio Sala. Ancora più clamorose le stime di Citymapper, una app che monitora il trasporto pubblico in 39 metropoli europee. Secondo queste proiezioni, il 22 marzo a Milano circolava il 9 per cento delle persone ri
spetto a un normale giorno festivo, settimana scorsa la percentuale era scesa al 4, domenica scorsa addirittura al tre.
Pagamenti a maggio Anche Palazzo Marino si muove. Di ieri l’annuncio che slitterà dal 15 aprile al 30 settembre il versamento della tassa di soggiorno che gli albergatori devono corrispondere al Comune per il primo trimestre dell’anno, come previsto dal vigente regolamento comunale. Lo ha stabilito un’ordinanza che rimarrà in vigore fino al termine dell’emergenza sanitaria. Assieme alla tassa di soggiorno, il documento prescrive il differimento, sempre al prossimo 30 settembre, del pagamento della seconda rata dell’imposta comunale sulla pubblicità, qualora l’importo complessivo dovuto sia superiore a 1.549 euro e la sospensione di emissioni e notifiche delle ingiunzioni fiscali e degli accertamenti esecutivi, comprese le procedure cautelari, fino al 31 maggio.